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Lavis, Cembra e Trento, "prove di fusione" per creare la rurale più grande del Trentino

Aperto un tavolo di confronto per studiare e costruire un progetto unitario. Le masse amministrate ammonterebbero a oltre 5 miliardi di euro



TRENTO. La Cassa Rurale di Lavis Mezzocorona e Valle di Cembra e la Cassa Rurale di Trento aprono un tavolo di confronto per studiare e costruire un nuovo progetto di presidio del territorio.

La riforma del credito cooperativo è ormai imminente. Nel 2019, con l'avvio operativo del Gruppo Bancario con la capogruppo Cassa Centrale Banca, le 90 BCC, Casse Rurali e Raiffeisen che hanno aderito faranno parte di uno dei più importanti gruppi bancari italiani.

La riforma impone una riflessione profonda anche sui modelli organizzativi e di presidio dei territori. Per questo la Cassa Rurale di Lavis, Mezzocorona e Valle di Cembra e la Cassa Rurale di Trento hanno deciso di aprire un tavolo di confronto. Entrambe le banche intendono verificare la comune visione di intenti.

Gli obiettivi condivisi sono importanti: consolidare il rapporto con il territorio e le comunità di appartenenza, offrire i migliori servizi, continuare a sostenere il mondo dell'associazionismo e del volontariato. Gli amministratori delle due Casse Rurali, primarie realtà del credito cooperativo provinciale, hanno deciso di esaminare e valutare anche tutti gli aspetti di una possibile fusione.

Per Ermanno Villotti e Giorgio Fracalossi «il mondo ed il mercato cambiano rapidamente; la fedeltà ai valori fondanti della cooperazione di credito rimane immutata. Si tratta di una prospettiva da studiare e approfondire con grande serietà e attenzione. Se il progetto sarà condiviso da tutte le componenti sociali sarà possibile dar vita ad un nuovo, importante soggetto. Il tavolo sarà attivato nei prossimi giorni».

«Sarà un tavolo "forte" impostato su un rapporto paritario alla ricerca di un comune interesse». Le due banche, realtà vicine, patrimonialmente solide ed economicamente efficienti, sono frutto dell'unione ben 12 Casse Rurali.

Il progetto potrebbe veder nascere la più grande Cassa Rurale del Trentino ed una delle più rilevanti del Gruppo Bancario cooperativo nazionale con circa 400 collaboratori e una rete di 45 sportelli. Le masse amministrate ammonterebbero a oltre 5 miliardi di euro, si legge in una nota.













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