verso la ripresa

La Provincia stanzia 500 milioni per il rilancio ma i sindacati bocciano la manovra

Il presidente Fugatti: «Diamo risorse alle categorie in sofferenza». Ma i sindacati non sono d’accordo: «Risorse esigue per lavoratori e famiglie che si trovano in difficoltà a causa della pandemia»



TRENTO. La Giunta provinciale di Trento vara una manovra finanziaria da 500 milioni di euro «per andare incontro alle categorie economiche e alle imprese in difficoltà a causa della pandemia», ha fatto sapere il presidente Maurizio Fugatti.

 Il provvedimento mette insieme le risorse nazionali arrivate attraverso il Dl sostegni (che comprende gli interventi a sostegno delle imprese e quelle specifiche per le attività di montagna) e le risorse disponibili a livello locale. Del totale, secondo quanto precisato da Fugatti, 280 milioni sono risorse arrivate dallo Stato, mentre 220 sono della Provincia. Sì aggiungono poi 100 milioni di investimenti.

«Anticipiamo l'assestamento di bilancio per dare risorse alle categorie economiche in sofferenza: aspettare significava non dare risposte. Il nostro obiettivo è arrivare dove lo Stato non arriva, cercando non solo di dare ristori a chi ne ha bisogno, ma di favorire la ripresa. Se le nostre imprese non riescono a riapre adesso, non riapriranno più», ha spiegato Fugatti.

La manovra prevede due ambiti principali, con sostegni mirati per i lavoratori (nuove risorse a sostegno di capacità di acquisto per in cassa integrazione, precari, stagionali o che hanno perso il lavoro), e per le imprese. Per quest'ultime, vi sarà una parte forfettaria per gli operatori più piccoli da 4.000 a 6.000 euro, in base a numero di dipendenti, e un intervento sui costi fissi degli operatori che potranno rendicontare alla Provincia i costi sostenuti dallo scorso novembre, compresi costi di personale. La regola è, come avviene a livello nazionale, la perdita del 30% del fatturato. La manovra prevede anche risorse per favorire il rilancio delle attività e sostenere la ripresa dell'occupazione. 

Ma dai sindacati arriva una sonora bocciatura: «Risorse esigue per lavoratori e famiglie che si trovano in difficoltà a causa della pandemia». Questa la critica che Cgil, Cisl e Uil del Trentino muovono alla Giunta provinciale relativamente alla manovra Sostegni. I tre segretari, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti sono stati ricevuti dal presidente della Provincia che ha illustrato i punti del piano, senza però incontrare l'approvazione dei rappresentanti dei lavoratori . «L'ipotesi di una manovra da 500 milioni di euro, in parte statali in parte provinciali, prevede che arrivino per i lavoratori qualcosa di più di 15 milioni di euro. Così è deludente, insoddisfacente», ha detto Grosselli a margine dell'incontro. «Abbiamo ribadito che ci sono migliaia di lavoratrici e lavoratori senza reddito che non sanno come pagare l'affitto. La Provincia oltretutto non intende sostenere il Fondo di solidarietà del Trentino, che avrebbe già in sé un meccanismo a tutela degli stagionali. Per questo auspichiamo che quando si aprirà il dibattito la manovra prenda un'altra forma. Così è insostenibile e senza risultati», ribadisce il segretario della Cgil.

Posizione analoga da parte del collega Alotti (Uil): «Questa giunta è affetta da strabismo cronico rispetto alle categorie produttive e non verso le famiglie. Non vale solo per il Covid ma è un atteggiamento che avevamo già registrato già nelle precedenti manovre».

Michele Bezzi (Cisl) sottolinea l'eccessivo sbilanciamento a favore delle imprese: «Abbiamo rilevato che questa manovra si concentra molto sulle imprese, credo sia giusto ristorarle ma è giusto pensare anche ai lavoratori, sono due cose che devono andare di pari passo».













Scuola & Ricerca

In primo piano

Podcast / Storia

Il Trentino nella Grande Guerra: un fremito dal Trentino irredento

La guerra infuria in Europa, gli uomini tra i 16 e i 50 anni sono al fronte, mentre l’Italia fa i conti con una disoccupazione crescente. In Trentino, come altrove, si dibatte sulla neutralità italiana, criticata dagli “energumeni della parola”. Tra le voci più sonore, quella della fazione che si batte per la “redenzione”, la liberazione dal giogo austriaco.