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Il writer trentino: «Sono i graffiti a salvare i muri dai vandalismi»

Deficit dell’Attenzione è il nome d’arte di Mattia Schmidt, tatuatore e writer che ha creato il murale di Fausto e Iaio sulla facciata del Da Vinci


Astrid Panizza Bertolini


TRENTO. Mattia Schmidt, in arte Deficit dell’ Ättenzione è il writer che ha creato il murale al Liceo “Da Vinci” dedicato a Fausto Tinelli e Lorenzo (Iaio) Iannucci, i due giovani uccisi a Milano nel marzo del 1978.

Ma non è questa la prima opera di Schmidt, che a 28 anni è già un “veterano” dell’arte di creare storie sui muri.

«A dire il vero ho cominciato a dipingere tardi - racconta Schmidt - con il mio “tag”, ovvero la firma, che nel mio caso è Deficit dell’ Ättenzione. Dopo i primi graffiti all’interno di edifici abbandonati ho deciso di smettere quasi subito per convogliare la mia passione su progetti più concreti. Ho cominciato quindi a partecipare a contest come quello che ho vinto per il Liceo Da Vinci, dove per coprire un muro non basta la firma, ma ci vuole più impegno e creatività, per realizzare un disegno di metri di grandezza. Sono anche tatuatore, sempre alla ricerca di uno stile che riprenda tratti del writing, ma in questo caso per scrivere e disegnare sulla pelle».

Si aspettava di vincere il contest del Liceo Da Vinci?

Macché, ho consegnato il progetto appena pochi minuti prima della scadenza. Non avrei mai pensato che sarei stato ricontattato. E invece mi sono ritrovato a dipingere per davvero sul muro del Liceo.

Come ha deciso di creare la bozza del murale e a cosa si è ispirato?

Non conoscevo la storia di Fausto e Iaio, ma i bozzetti che avevano preparato i ragazzi mi hanno aiutato molto per prendere l’ispirazione e per rimanere comunque sulle idee lanciate da loro. Ho scelto di ritrarre i visi dei due giovani, togliendo però tutti i simboli politici che spesso comparivano nei bozzetti. Io non voglio fare politica e questo era un contest che voleva riportare alla memoria un fatto storico.

Come è nata per lei la passione per il disegno ?

Da piccolo mi piaceva disegnare, ma ho iniziato veramente quando ero più grandicello. Avevo un gruppo di amici che dipingevano e quindi, come capita spesso, mi sono unito a loro. Ho cominciato con lo spray accompagnandoli a dipingere, cercando di imparare le tecniche.

Perché ha scelto come nome d’arte Deficit dell’ Ättenzione?

Questo nome è nato con il mio gruppo di amici, semplicemente perché sono una persona che fa fatica a concentrarsi, quindi è un nome che rispecchia la mia personalità. Alla fine però una strada l’ho presa, tra contest e tatuaggi. Nel frattempo il disegno ora si prepara in maniera digitale, ma la passione è rimasta.

Come definirebbe il suo stile?

Faccio fatica a definirmi, direi che il mio stile è “distratto”. Non voglio però fermarmi qui, adesso come lavoro propongo diversi stili di tatuaggio personali e “miei”. Sono cresciuto con il tempo, ho passato vari step che mi hanno portato a vincere contest per poter realizzare murate retribuite, ho cominciato a prendere in mano sempre più progetti, vivendo una sorta di evoluzione personale.

I murales non sono sempre accettati, anzi spesso la gente li cancella o non li vuole proprio. Appartenendo lei a questo mondo, che tipologie di writer esistono?

Ci sono writer che mettono il loro “tag” sul muro come se segnassero il territorio e altri invece che propongono lavori più complessi e studiati che personalmente considero vere e proprie opere d’arte. Le amministrazioni non capiranno mai che se coprono un muro semplicemente con della vernice, la notte successiva verrà deturpato. Altra tipologia di writer, la mia o perlomeno quella nella quale credo di rispecchiarmi di più è quella più tendente alla street art. Si tratta di realizzare murate figurative che spesso vogliono comunicare un messaggio. Infine, vorrei sottolineare il fatto che non tutte le scritte a bomboletta sui muri sono opera di writer, spesso sono semplicemente persone che non hanno nulla a che fare con questo mondo e le sue regole.

Cosa si potrebbe fare per rendere i murales più accettati e le facciate libere da tag?

Secondo me è utile fare sempre più contest, creare murate artistiche per contrastare i tag dei writers che sono fini a se stessi. Le istituzioni lo stanno capendo un po’ di più in questi ultimi anni e qualche passo si vede, come il contest del Liceo Da Vinci, per fare un esempio. Le murate legali sono raramente soggette a vandalismi da parte di altri writer, a differenza di un muro qualsiasi.

Ma perché?

Si tratta di regole non scritte che fanno parte della cultura del writing. Ci sono murate che ho creato ancora nel 2018 e sono lì oggi come il primo giorno. Per far capire, se l’amministrazione fa una nuova pista ciclabile con un sottopasso senza indire un contest per disegnare i muri, già il giorno seguente cominciano a comparire tag, ma se lo fa e viene realizzato un murale, questo sito viene preservato da vandalismi inutili.

Adesso che il murale del Liceo Da Vinci è stato inaugurato, quali sono i suoi prossimiprogetti?

Innanzitutto continuo il mio lavoro di tatuatore, quello è il mio focus ora ed è sulla pelle che riporto lo stile dei graffiti, anche in stile “tag”. Posso dire di aver portato la mia passione per i graffiti nel tatuaggio e questa è per me una grande soddisfazione. Per quanto riguarda i murales, invece, ho presentato alcune bozze in giro per il Trentino, in estate si avvieranno anche nuovi progetti. 













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