Il consorzio di miglioramento fondiario 

Va avanti l’iter per i due sbarramenti sul Chiese

STORO. A Storo prosegue spedito l'iter per realizzare 2 sbarramenti sul fiume Chiese su cui piazzare 2 centraline idroelettriche e allo stesso tempo captare l'acqua per irrigare la campagna. A...


Stefano Marini


STORO. A Storo prosegue spedito l'iter per realizzare 2 sbarramenti sul fiume Chiese su cui piazzare 2 centraline idroelettriche e allo stesso tempo captare l'acqua per irrigare la campagna. A portarsi avanti il 12 febbraio scorso è stato il Consorzio di Miglioramento Fondiario di secondo grado formato dai Cmf di Storo e di Darzo e Lodrone, che ha approvato l'opera prima ancora che potessero farlo le assemblee dei soci dei 2 consorzi di primo grado, in svolgimento in questi giorni.

Nel verbale del Cmf di secondo grado del 12 febbraio scorso, redatto dal segretario di tutti i Cmf del Comune di Storo Giovanni Berti al punto 4 dell'ordine del giorno si può leggere quanto segue: «Illustrazione e approvazione dell'iniziativa di irrigazione della campagna storese con acqua di superficie derivabile dagli invasi creati da traverse di sbarramento che il Cedis intende realizzare a scopo idroelettrico sul fiume Chiese come da protocollo d'intesa sottoscritto a titolo istruttorio in data 18 gennaio 2019. Il presidente illustra per sommi capi la proposta avanzata dal Cedis e il protocollo d'intesa firmato il 18 gennaio scorso, congiuntamente al presidente del CMF di Storo a titolo istruttorio, senza impegni giuridici e fatta salva ogni competenza degli organi statutari.

L'assemblea ne prende atto in termini positivi e all'unanimità di voti palesi dichiara la disponibilità ad assumere e portare avanti l'iniziativa chiedendo la contribuzione pubblica se e quando verrà richiesto dai due consorzi di primo grado che si impegneranno a garantire i finanziamenti complementari a carico dei proprietari del terreni che ne trarranno beneficio».

A quanto pare, la dirigenza dei Cmf del Comune di Storo morde il freno e non ha tempo di aspettare la ratifica dei soci degli enti di base. In questa maniera si spera forse di riuscire a cogliere i classici "2 piccioni con una fava". Tutto però si basa sulla disponibilità d'acqua, che è sempre meno, e sulla possibilità di fare corrente, captare acqua per irrigazione e mantenere il deflusso minimo vitale del fiume. Un'operazione che appare davvero molto complicata.













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