Storo e Bondone, ipotesi fusione congelata 

Il sindaco Turinelli tiene la porta aperta. Cimarolli: «Lo scenario è cambiato, non ci sono incentivi»


di Stefano Marini


STORO. Negli anni scorsi s'era fatto un gran parlare di fusione fra i Comuni di Storo e Bondone. Erano gli anni in cui la Provincia spingeva per le unire i Comuni creando agglomerati municipali più grandi e popolosi. Oggi il vento è cambiato e anche la fusione fra i due Comuni del Basso Chiese pare ormai interessare molto meno. I tempi per procedere sono poi strettissimi. O si va a referendum entro il settembre prossimo oppure se ne riparlerà dopo le elezioni comunali del maggio 2020.

Il sindaco di Storo Luca Turinelli non chiude la porta ma specifica: «Storo mantiene aperta la disponibilità a dar luogo ad una fusione col Comune di Bondone. Dal momento che condividiamo già la gestione associata dei servizi ed appare chiaro come in questa fase fare un passo ulteriore possa essere di maggior interesse per loro che per noi. Pertanto è auspicabile che se si vuole procedere con la procedura di fusione l'iniziativa parta da Bondone e non da Storo». Come detto, i tempi sono strettissimi. Ancora Turinelli: «Ho verificato di recente col consorzio dei Comuni trentini - dice - la legge che prevedeva un anno extra per le amministrazioni i cui Comuni andavano a fondersi è decaduta. Per unire Storo e Bondone sarebbe quindi necessario arrivare al referendum confermativo entro il prossimo settembre in modo da chiudere la pratica per la fine dell'anno».

La fretta non pare però animare il primo cittadino di Bondone, Gianni Cimarolli: «Dobbiamo ancora parlare della fusione col Comune di Storo - afferma - Dapprincipio affronteremo la cosa con delle riunioni di giunta condivise. Non c'è però ancora alcuna data stabilita. In base a quello che uscirà da questi incontri valuteremo se valga la pena o meno di sottoporre la cosa ai cittadini».

Insomma, sembra che ormai la prospettiva di unire i 2 Comuni non scaldi più di tanto i cuori, anzi: «Rispetto a qualche anno fa lo scenario è cambiato - ammette Cimarolli - la nuova giunta provinciale non sembra spingere le fusioni come faceva quella precedente e non ci sono incentivi economici a procedere in tal senso. Questo non significa che diciamo no a prescindere alla prospettiva della fusione con Storo, ma solo che non è più una questione prioritaria, anche perché i nostri Comuni hanno trovato un buon equilibrio con la gestione associata dei servizi».

Unendosi fra loro le due municipalità potrebbero dar vita ad un Comune unico da oltre 5 mila abitanti (4.579 abitanti Storo e 667 Bondone). Bondone è un Comune più piccolo di Storo ed amministra risorse sia economiche che umane molto più limitate. Potrebbe dunque beneficiare da una fusione completa col vicino più grande. Il contraltare di questa scelta sarebbe però la perdita del Consiglio Comunale e dell'autonomia decisionale. Un “costo” forse ritenuto troppo alto, visto che la gestione associata dei servizi fra i 2 Comuni pare aver ormai ingranato.













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