Sala piena per acclamare Tomas e Silvestro 

Campiglio, i due Franchini hanno raccontato le loro imprese e la prossima traversata delle Ande


di Elena Baiguera Beltrami


MADONNA DI CAMPIGLIO. Sarà anche un periodo affollato e sarà pure che mercoledì sera a Madonna di Campiglio nevicava e ripararsi al caldo era piacevole, ma una sala della Cultura con la gente in piedi la si vede solo per le grandi occasioni. Ed ormai è un dato di fatto: Tomas e Silvestro Franchini sono così conosciuti e amati da riempire le sale con il pubblico migliore della Campiglio vacanziera. Conosciuti certo per le loro imprese alpinistiche, ma anche amati perché il loro è un arrampicare senza orpelli, né materiali, né linguistici. Lo stile “minimale animale” che li contraddistingue e con il quale si propongono, non è solo un credo legato alle modalità con le quali affrontano la montagna, ma fa parte della loro essenza primigenia.

Mercoledì, in una serata intrattenimento e raccolta fondi per la prossima spedizione, il loro racconto è iniziato dallo sci con il video sulla discesa impossibile dal canalino del Castello di Vallesinella, una roba che ricorda tanto Tone Valeruz. A seguire l’esplorazione pura nella regione dello Sichuan (Cina) con la conquista della parete Ovest dell’Edgard, dove Tomas, di notte, in solitaria, senza il fratello è andato alla conquista di quel gigante di neve e ghiaccio di 6.618 metri. Mentre Tomas partiva per la Cina Silvestro aveva appena concluso l’intero ski line di tutte le cime del Brenta, organizzava la sezione Sat della quale è presidente e curava l’allenamento sulle montagne di casa, perché lo stile “minimale animale” mica viene da solo, lo zaino va alleggerito un po’ per volta, le mani sulla roccia devono essere ben salde e per affinare questa tecnica i terreni ideali, raccontati con un bel filmato, sono il Monte Bianco, oppure il Carè Alto con il 5° grado dell’Anticima. E sono ancora applausi anche per il moderatore della serata Alessandro Bonapace, l’amico di sempre, che riesce a mixare citazioni di Bonatti e Messner, con il racconto della vita di questi due fratelli, giovani ma al contempo così idealmente vicini ai valori degli alpinisti del tempo che fu.

Prossimo progetto l’attraversata di tutte le 16 cime sopra i 6.500 metri delle Ande, una spedizione di tre mesi che partirà i primi giorni di marzo alla quale parteciperà il re dei concatenamenti Franco Nicolini (le 82 cime sopra i 4.000 metri delle Alpi in soli 60 giorni). «Se riusciremo nell’impresa – concludono – saremo felici di raccontarvela, se invece non ce la faremo ve la racconteremo così come è andata, l’importante non è arrivare in cima, ma avere sempre una bella idea da realizzare».













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