Quando a Storo c’era il treno convegno storico-culturale 

Storo. Il treno a Storo? Si tratta di una suggestione ricorrente in una valle come quella del Chiese, che a torto o a ragione si sente da sempre negletta dal punto di vista dei collegamenti. È un...



Storo. Il treno a Storo? Si tratta di una suggestione ricorrente in una valle come quella del Chiese, che a torto o a ragione si sente da sempre negletta dal punto di vista dei collegamenti. È un tema sentito su cui giocano gli organizzatori di "Quando a Storo c'era il treno", una serata di approfondimento storico che si terrà nella sala riunioni del municipio storese il prossimo sabato, dalle ore 20.30. Perché, anche se non sono in molti a saperlo, in effetti c'è stato un tempo in cui a Storo il treno ci arrivava davvero.

Gianni Zontini invitato

La serata, cui parteciperà anche l'esperto di storia locale Gianni Zontini sarà l'occasione per la presentazione del libro di Ovidio Pellizzari "Immagini e storie dal Fronte delle Giudicarie, Valle del Chiese 1915 – 1918", e proprio qui entrerà in gioco il riferimento al "treno a Storo" visto che nella Grande Guerra il grosso borgo chiesano divenne un avamposto di retrovia del regio esercito italiano posto com'era in posizione riparata rispetto al tiro delle artiglierie austriache e allo stesso tempo non lontano dal fronte, col nemico che si era attestato da Pieve di Bono in su.

La storia

A partire dall'entrata in guerra dell'Italia, il 24 maggio 1915, Storo venne rapidamente occupata e annessa all'Italia. Alle truppe che vi erano attestate i rifornimenti giungevano dalla vicina Lombardia, proprio grazie al treno. Esisteva una linea ferroviaria, la "Vestone - Idro", che risaliva fino alle rive dell'Eridio. Qui materiali bellici e derrate alimentari venivano caricati sui piroscafi "Italia" e "Concordia" che attraccavano a Baitoni, in località "Porto Cammarelle". Da qui venivano smistati grazie ad una "ferrovia Decauville" (una strada ferrata a scartamento ridotto su binari leggeri adatta alla posa rapida), disposta sul tratto "Baitoni-San Giacomo-Storo". Ecco dunque spiegato il titolo del convegno, una suggestione forse, che però prova come un collegamento ferroviario fino a Storo non fosse per nulla irrealizzabile, lasciando aperto l'interrogativo di come avrebbe potuto svilupparsi la Valle del Chiese se solo fosse stato mantenuto. S.M.













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