Il Comune di Storo mette al bando le slot machine 

La decisione in consiglio. Unanimità mercoledì sera per obbligare gli esercizi pubblici, entro un raggio di 300 metri dai luoghi sensibili a togliere gli apparecchi da gioco con vincita in denaro


Stefano Marini


Storo. Storo, Comune nemico delle slot machine. Entro l'agosto 2020 tutti gli esercizi pubblici storesi dovranno rimuovere le "macchinette" presenti al loro interno. Questo il verdetto emesso mercoledì sera dal consiglio comunale, espressosi all'unanimità per recepire la norma provinciale che limita la presenza di “apparecchi da gioco con vincita in denaro” ad una certa distanza dai “luoghi sensibili”. Il fine è nobile, contrastare la ludopatia e il gioco d'azzardo, Storo in questo senso però ha un problema, essendo Comune di confine ai “malati di gioco” basterà spostarsi in Lombardia per poter continuare a gettare il proprio denaro nelle “mangiasoldi”.

Tutti d’accordo

Vedere maggioranza e minoranza votare unite nella sala del Consiglio Comunale storese non è uno spettacolo frequente, specie su norme impegnative come quella sulle slot machines di ieri sera e di per sé questa è già una notizia. C'era da recepire una norma provinciale che impone l'”Individuazione dei luoghi sensibili presenti sul territorio comunale per la limitazione alla collocazione degli apparecchi da gioco con vincita in denaro”. Detto in soldoni, la Provincia ha individuato una serie di nuovi luoghi definiti “sensibili”, come ad esempio le sedi di associazioni giovanili o i campi sportivi, che vanno a sommarsi a quelli già presenti (luoghi di culto, scuole, ecc). Al tempo stesso ha stabilito che gli esercizi commerciali situati entro un raggio minimo di 300 metri da essi non possano ospitare slot machine e strumenti similari, in caso obbligando alla loro rimozione con scadenza ad agosto 2020.

Raggio minimo

Mercoledì sera il Comune di Storo si è adeguato mantenendo il raggio minimo imposto dalla legge (c'era eventualmente facoltà di aumentarlo). Per la disposizione dei "luoghi sensibili" rispetto agli esercizi commerciali ne conseguirà che nessun locale del Comune potrà più avere macchinette e quindi tutti gli esercenti che le ospitano dovranno rimuoverle. Se si considera che a Storo la spesa pro capite in gioco d'azzardo per ciascun abitante ammonta a parecchie migliaia di euro all'anno, si capisce l'entità del business che al di là delle buone intenzioni rischia però solo di spostarsi di qualche centinaio di metri.

La tesi di Marino Cosi

Già, perché come fatto presente dal consigliere di minoranza Marino Cosi, Storo è un Comune di frontiera. La norma riguarda il Trentino e quindi non si applica in provincia di Brescia. Basterà allora fare 2 passi “oltreconfine” per imbattersi in bar che ospitano le slot. Non solo. Anche a nord esiste il problema, perché se è vero che anche Borgo Chiese ha recepito la legge, esiste un locale proprio fra Storo e Condino sufficientemente distante da qualsiasi “luogo sensibile” e che quindi potrà mantenere le slot machines presenti. Cosi ha suggerito che si cerchi di “convincere” anche il Comune lombardo di Bagolino ad assumere un provvedimento simile ma che ciò possa avvenire appare francamente improbabile.

Sia come sia, visto che il recepimento della normativa provinciale era obbligatorio e che tutti i consiglieri hanno dichiarato di condividere il contrasto alla ludopatia, il provvedimento è passato all'unanimità. Resta da vedere se le conseguenze positive auspicate seguiranno oppure no.

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