E a Storo va in scena la parodia della cascata

STORO. Scenografie e fantasia davvero uniche hanno contrassegnato anche ieri il Gran Carnevale di Storo: un evento stavolta imperniato su sicurezza e consumo di alcol “sostenibile”, che non conosce...


Aldo Pasquazzo


STORO. Scenografie e fantasia davvero uniche hanno contrassegnato anche ieri il Gran Carnevale di Storo: un evento stavolta imperniato su sicurezza e consumo di alcol “sostenibile”, che non conosce fasi di stallo e che ha vissuto la sua 52ª edizione davanti a una coreografia spettacolare e con pubblico da stadio, calcolato in 3 mila presenze e più. Lungo quella fabbrica del divertimento, dislocata nel quadrilatero compreso tra le vie Papaleoni e Foilo, erano posizionati otto carri di dimensioni condominiali, due gruppi e almeno 500 figuranti che hanno attirato e coinvolto grandi e piccoli. «Come Pro loco e Mati Quadrati siamo davvero soddisfatti di questa prima uscita, solo parzialmente messa a rischio del maltempo del giorno prima. I venti giurati erano posizionati due per carro a valutare strutture e scenette: avremo gli esiti in nottata», spiegavano ieri pomeriggio Zontini, Canetti, Bonomini e Comai. Un’attrazione mediatica in cui la gente si intrattiene, applaude e aspetta che lo spettacolo si ripeta. Poi fino all’imbrunire un irrinunciabile incamminamento verso i restanti carri stabilmente posizionati. Genitori, nonni e bambini si godono vestizioni e travestimenti, dietro dei quali c’è quasi sempre un familiare o un vicino di casa.

Sulla fondazione Scaldabache da Conden (Condino) a parlare è Omar Gualdi: «Siamo in 65 figuranti ambientati nell’antica Setaurum dove con la voce dialettale di Franco dal Cafè si narra la tanto chiacchierata storia estiva di Timosse Agliasca che fugge dal paese per trovare pace nell’oasi della cascata in Val d’Ampola, il cui carro conta un’altezza di 11 metri. La sua quiete, tra cascata e piscina peraltro riscaldata, viene però disturbata dai paesani storesi e dai tedeschi in continua visita alla cascata. Timosse quindi decide di cacciarli dalla fonte, ma gli storesi si rivolgono al supremo Turinellus (sindaco) che cerca una mediazione. Quest’ultimo, convinto della buona riuscita, esulta festante, anche se all’esterno della cascata sono presenti ancora cartelli di divieto e video sorveglianza».

«Noi come Stonad di Storo abbiamo scelto una parodia che verte su centri commerciali e punti nascite conglobati nella speranza di fare molti più bambini», spiegano Diego Coser, Gino Luchini, Matteo Giovanelli e patron Ernesto Romiti: su quel carro capolavoro riferimenti alla vice sindaco Stefania Giacometti e alla gestione associata dei supermercati. Bravo anche il Gruppo Giovani di Storo con tanto di edificio municipale: anche qui c’è un po’ di Turinelli (ma anche la collega capitolina Virginia Raggi) su consenso e comunità. Poi ancora Store el Sheik, Leader Wine - Il Turgo Ledro, Cai dal Hermann, A Zùcca 11 di Bersone e La Rocca Savana di Flavio Zocchi & Michela Salvini.













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