Darzo, fondo ex caseificio sarà il Comune a gestirlo 

La consultazione popolare. Risultato a sorpresa domenica sera allo spoglio delle schede Nove i voti di distacco fra le due opzioni indicate per l’utilizzo dei centomila euro dell’esproprio


Stefano Marini


Darzo. “Opzione A” 136, “Opzione B” 145. La consultazione popolare indetta dal Comune di Storo per far decidere ai cittadini di Darzo il destino del fondo derivante dall'esproprio del loro vecchio caseificio si è conclusa col risultato più inatteso. La maggioranza dei darzesi recatisi alle urne domenica sera ha deciso che sia l'amministrazione comunale a decidere come spendere gli oltre 100 mila euro del fondo, cifra che il Comune di Storo si è impegnato destinare per «specifici progetti/iniziative a beneficio del paese di Darzo».

Il distacco esiziale

Nove voti. Un distacco piccolo, forse piccolissimo, ma che in democrazia fa tutta la differenza che serve. Così quando la vicesindaco Stefania Giacometti, dopo aver conteggiato le schede 2 volte per essere assolutamente certa che non ci fossero errori, ha reso noto il risultato c'è stato ben poco da discutere. Contro ogni previsione l’ “opzione B” aveva vinto ed è stato subito chiaro che i soldi del “fondo ex caseificio” non sarebbero stati assegnati all'associazione “Miniere Darzo”, come invece proponeva l' “opzione A”.

Nella sala all'ultimo piano della casa sociale di Darzo in quel momento non c’era una gran folla, giusto un paio di cronisti, i 4 amministratori comunali che avevano appena ultimato lo spoglio (la vicesindaco Giacometti e la consigliera Lara Gelmini che avevano gestito l'intera consultazione come scrutatrici, più l'assessore Luca Butchiewietz e il consigliere Fabio Marini) e una manciata di sostenitori di membri dell’associazione "Miniere Darzo". Dapprima il verdetto pronunciato da Giacometti è stato accolto da un silenzio smarrito. Poi i membri di “Miniere Darzo”, comprensibilmente spiaciuti per l'esito del voto, si sono alzati e hanno guadagnato l'uscita. Solo una di loro si è soffermata a porre due domande agli amministratori:«Che progetti ha per i soldi il Comune? Ci sono già delle idee?».

Impegni, non buche

In effetti ora la questione è proprio questa. Come saranno impiegati i 100 mila euro? «L'impegno dell'amministrazione - ha risposto Giacometti - è di spenderli per Darzo, realizzando opere che vadano oltre i normali impegni che il Comune ha verso la sua frazione. Non li useremo per tappare le buche, insomma. Ci sono svariate possibilità, e non è ancora stato deciso niente a riguardo».

La lista delle proposte avanzate fin qui è lunga. C'è chi chiede interventi di restauro di macchinari come una storica autopompa dei vigili del fuoco di Darzo del 1896. Chi invece desidera il recupero di un capitello abbandonato, un tempo oggetto della devozione dei minatori. Ancora, c'è chi propone di dare una sistemazione dignitosa per il campetto da calcio parrocchiale che ha segnato la gioventù di intere generazioni di darzesi. Fra le opzioni più forti c'è anche l'idea di impiegare il denaro per la messa in sicurezza della strada di proprietà Asuc che dal paese di Darzo sale in località “Marigole”. Insomma, in Comune a Storo avranno l'imbarazzo della scelta.

Partecipazione notevole

Sulla vicenda del fondo ex caseificio di Darzo fin qui si è detto molto e probabilmente molto ancora ci sarà da raccontare in futuro. Una cosa va però detta chiara. Domenica sera i darzesi hanno dimostrato una partecipazione encomiabile alle sorti della loro comunità. In 4 ore si sono recate alle urne 283 persone, il 47% degli aventi diritto, ed hanno scelto di decidere per loro stesse (2 sole alla fine le schede nulle).

A prescindere da come la si pensi sull'esito del voto, è senza dubbio stata una bella dimostrazione di democrazia partecipata.

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