darzo 

Appello per il “Crist” dimenticato 

In paese c’è preoccupazione perché il capitello rischia di sgretolarsi



DARZO. Fino a trent'anni fa la cappella votiva del “Crist” era collocata ai margini della statale. Poi per esigenze aziendali, la mineraria Maffei decise di espandersi e così quel punto di preghiera è stato incorporato nella stessa area Baritina, in considerato anche del fatto che la maggior arteria di valle in quel tratto venne più spostata a sinistra. Adesso scorgerlo è sempre più difficile, in quanto che l'intera area è stata dismessa e in buona parte anche abbandonata. Per accedervi si utilizza una stradina secondaria interrata che transita davanti a casa di Luca Marini (pasticcere), al momento transennata da rete di protezione. Anche il cancello principale sottostante, che dà sulla statale, risulta sbarrato.

Ora il tempo ha logorato copertura e parte muraria del capitello in modo da compromettere la sua sopravvivenza. La pittura interna è in parte sbiadida ma comunque il senso di quel Signore in croce è ben evidente. «Noi di Darzo a quel Crist ci sentiamo ancora legati e spiace molto vedere che quel capitello rischia di sgretolarsi e magari scomparire» dice Attilio Donati che negli anni Sessanta rappresentava la Democrazia Cristiana in quel di Darzo. Donati (da sempre legato a Pino Morandini e prima ancora lo era a Beppino Mattei quando era in vita come cislino) ora si alterna tra Darzo e Scandicci (Toscana), ma ha trovato il tempo per prendere contatto con la Soprintendenza provinciale affinché si adoperi per salvaguardare quel segno religioso. «Mi si spacca il cuore nel vedere quel capitello abbandonato e destinato ad andare in rovina. Per tante generazioni di darzesi quel Crist e è resterà indimenticabile».

Date certe non ci sono, ma a seconda delle varie testimonianze quel “Crist” su pittura conta sicuramente diversi secoli. «Ho 89 anni e quella cappella votiva – racconta Marino Fostini - l'ho sempre vista». Fostini, più volte presidente Asuc e fondatore dell'ente Pro loco di Darzo, aggiunge: «La strada di spalle al capitello un tempo veniva chiamata Via del Vachèr dove erano solite transitare mucche e tenutari quando rientravano dalla campagna. Poi in occasione delle rogazioni (processioni nei campi) quel Crist costituiva punto fisso di preghiera dove il reverendo curato impartiva la benedizione. Adesso sentenziare l'esatta epoca in cui fu costruita penso sia quasi impossibile. A quanto mi risulta non c'è nessun atto che riporti presunti riferimenti o date. Una cosa è certa. Con lo spostamento della statale lungo quella tratta il capitello lo si vede solo di spalle passando appunto da Via del Vachèr. Diversamente lo si può notare entrando dentro l'area Maffei, i cui accessi non sono al momento consentiti se non oltrepassando degli sbarramenti in rete peraltro piuttosto facili da aggirare». (a.p.)













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