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Giornata mondiale dell’Alimentazione, domani le celebrazioni al Marconi di Rovereto

Un’occasione per riflettere assieme alle nuove generazioni sul futuro che ci attende, tra denutrizione, malnutrizione, sprechi e danni climatici in agricoltura


Carlo Bridi


TRENTO. Ricorre domani, lunedì 16 ottobre, la giornata mondiale dell’alimentazione voluta dalle Nazioni Unite per ricordare a tutti l’importanza e l’urgenza del cambiamento delle nostre abitudini al fine di creare un futuro migliore e più sostenibile per tutte le popolazioni del pianeta a ogni latitudine.

Queste le parole d’ordine per la Giornata del 2023: “L’acqua è vita, nutre noi e l’intero universo vegetale e animale, ogni goccia d’acqua conta e le nostre azioni quotidiane fanno la differenza”.

E ancora una produzione migliore, altra parola d’ordine nel momento in cui tutte le produzioni sono compromesse. Ma qual è la situazione geopolitica oggi? Dalla pandemia, alla guerra in Ucraina, alle terribili siccità, alle alluvioni, conseguenza di una crisi climatica sempre più grave, si è aggiunta la terribile guerra nella Striscia di Gaza.

Un'altra parola d’ordine della giornata è: una nutrizione migliore per tutti, sicuramente la parola d’ordine più difficile da rispettare: siamo infatti in carenza di tanti prodotti importanti per una nutrizione equilibrata ad ogni latitudine.

Ma l’auspicio della giornata è anche quello di un ambiente migliore, che può essere solo il frutto del nostro impegno nella nostra vita quotidiana.

È infatti ormai consolidata la convinzione che le modificazioni ambientali sono create dal clima: ebbene il riscaldamento globale sta creando problemi enormi per tutti. Nel 2022 le catastrofi causate dai cambiamenti climatici sono costate 400 miliardi e quest’anno per la sola agricoltura i danni climatici hanno già superato in Italia i 10 miliardi, ma l’annata agraria non è ancora finita.

Illuminante la durissima presa di posizione di Papa Francesco che il giorno di S. Francesco ha lanciato un forte grido: “Siamo vicini al punto di rottura. Per quanto si cerchi di negarli, di relativizzarli, i segni del cambiamento climatico sono sempre più evidenti e più drammatici”. È questo il forte messaggio contenuto nella “Laudate Deus” un’enciclica sui temi ambientali aggiornamento della “Laudate si”, pietra miliare da ormai 8 anni.

Ma quali le cause dei cambiamenti cliamtici? Le emissioni di Co2 nell’atmosfera sono la causa maggiore. Che il nostro Pianeta sia gravemente malato e che ogni anno stia peggio lo dimostra un dato irreversibile: quest’anno già il 28 luglio avevamo esaurito la capacità di rigenerazione per l’intero 2023. Ebbene, oltre il 40% di queste emissioni è causato dagli sprechi alimentari, dell’acqua e dell’energia.

E questo anche se per una serie di concause in Italia, secondo il rapporto di Last minute market del prof. Andrea Segrè, nell’ultimo anno gli sprechi alimentari sono calati del 25%. Ma nonostante ciò il valore degli sprechi che facciamo in un anno superano complessivamente i 15 miliardi. Tutto ciò mentre il numero dei poveri, come denuncia Papa Francesco, è in pericoloso aumento.

Il Papa sottolinea come “il pianeta lo abbiamo in prestito dalle generazioni future e lo dobbiamo restituire vivibile. In quest’ottica vanno molto apprezzati e incoraggiati i tanti giovani che si battono per un mondo più giusto, più equo e più solidale attento alla salvaguardia del creato”.

È in questa ottica che si inserisce domani la celebrazione della giornata da parte di Assfron al Marconi di Rovereto con un folto gruppo di classi organizzato dalla prof.ssa Maria Luisa Maniago.

Ma qual è oggi la situazione della fame nel mondo?

Da una parte circa 800 milioni di persone soffrono la fame nel mondo, 6 milioni nella sola Italia, dall’altra 2 miliardi di persone che hanno problemi di sovrappeso o di obesità. In Italia, questo comporta un costo di oltre 2.5 miliardi di euro l’anno per il servizio sanitario nazionale.

I più esposti sono i bambini, sono ben 190 milioni quelli che soffrono la fame: ogni 4 secondi muore una persona e una ogni minuto è un bambino che muore per mancanza di cibo, medicinali, violenze di ogni genere come abbiamo potuto toccare con mano nelle 63 missioni di solidarietà nel cuore dell’Africa subsahariana.

A fronte di questo quadro desolante cosa può fare ciascuno di noi?

Considerata la nostra responsabilità per l’impazzimento del clima ogni giorno ciascuno di noi deve fare tante piccole azioni quotidiani per ridurre gli sprechi e le emissioni non dimentichiamo che i danni maggiori li facciamo noi, ma che le conseguenze maggiori le subiscono quei 3 miliardi di persone che vivono nei paesi impoveriti. “O avremo un avvenire comune o non avremo nessun avvenire” era lo slogan di 30 anni fa a livello europeo, slogan ancora di grande attualità.













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