ELEZIONI PROVINCIALI

Fugatti vola al 47%: potrà governare da solo. Desolazione Pd, orgoglio Rossi

Quando si avvicina il termine dello spoglio, il leader leghista, candidato presidente da 9 partiti, si avvicina a conquistare un voto su due. Tonini al 24,73%, Rossi al 12,55%, Filippo Degasperi al 7,02%

LO SPOGLIO - I dati in diretta dalla Provincia

IL DATO - L'affluenza al voto: crescita dell'1,23% rispetto a cinque anni fa


di Luca Marognoli


TRENTO. Un plebiscito per Maurizio Fugatti. L'onda salviniana che - complice le esili barriere contrapposte da un centrosinistra frammentato e autolesionista - travolge dunque anche il Trentino. E lo fa con la violenza di uno tsunami. Chi si era illuso che il 4 marzo non avesse segnato un punto di non ritorno si è dovuto ricredere. Quasi un trentino su due ha votato per i nove partiti che sostenevano il nuovo presidente in pectore della Provincia. Il Trentino si tinge di verde, mentre il giallo pentastellato che riluce a Roma sopra il confine di Borghetto diventa assai sbiadito.

E mentre si alza l'inno ("prima i trentini") di un Carroccio che conquista anche il capoluogo dopo decenni di incontrastata e schiacciante supremazia dei Dem, nella mestizia avvilente che si respira in campo avversario, solo il governatore uscente, Ugo Rossi, può accennare a un sorriso (amaro). Un sorriso che sa di rivalsa, per la prestazione del suo Patt, andato ben oltre le aspettative, fino a tallonare un Pd ridotto al ruolo di comparsa. Una dimostrazione di come la separazione del centrosinistra dagli autonomisti sia stato uno sventurato harakiri, un favore concesso ad una Lega che non ne aveva bisogno ma che rigrazia e dal voto di ieri esce ancora più forte.

I presidenti. A spoglio quasi concluso, quando le sezioni scrutinate sono 455 su 529, il leader leghista supera il 47%, con 103.961 voti.

Seguono Giorgio Tonini con il 24,73%, Ugo Rossi con il 12,55, Filippo Degasperi con il 7,02%, Antonella Valer con il 2,62, Mauro Ottobre con l'1,97, Roberto De Laurentis con l'1,51, Paolo Primon con lo 0,91, Ferruccio Chenetti con lo 0,85, Filippo Castaldini con lo 0,46 e Federico Monegaglia con lo 0,13.

Un esito delle urne che semplifica molto la situazione anche in vista della formazione del nuovo esecutivo provinciale. Se, come sembra ormai assodato, la pattuglia capitanata da Fugatti resterà sopra il 40%, soglia oltre la quale scatta il premio di maggioranza, il nuovo presidente non sarà costretto a cercare alleanze per governare. Tutto più facile: al nuovo presidente basterà scegliere fra i suoi chi far sedere sulle poltrone della giunta.

I partiti. Quando i seggi scrutinati sono 433 su 529, la Lega Nord raggiunge il 27,23%, doppiando il Pd, insidiato da un Patt più forte di quanto preventivato dagli addetti ai lavori, che distanzia nettamente il Movimento 5 Stelle, relegato al 7%.

Ecco il dettaglio: Lega Nord 26,23, Pd 13,49, Patt 12,73, Movimento 5 Stelle 7,05, Futura 2018 6,67, Civica Trentino 4,54, Upt 4,00, Progetto Trentino 3,48,  Autonomisti Popolari 3,02, Forza Italia 2,78, Agire 2,12, Udc 2,12, Autonomia Dinamica 2,01, Tre 1,54, Fratelli d'Italia 1,47, Liberi e Uguali 1,35, Fassa 1,17, Moviment Ladin de Fascia 0,93, Popoli Liberi 0,89, L'Altro Trentino a Sinistra 0,81, Casapound 0,47, Riconquistare l'Italia 0,13.

I consiglieri. Al momento (464 sezioni), il Carroccio otterrebbe ben 12 consiglieri, il Pd 4, il Patt 3, Futura e Civica Trentina 2, Movimento 5 Stelle, Agire, Forza Italia, Upt, Udc, Autonomisti Popolari, Fassa e Pt 1.

Trento. Sul capoluogo il vessillo della Lega sostituisce quello del Pd, che scende dal pennone affievolendosi ad un deprimente 18,38% (quando le sezioni scrutinate sono 58 su 98), superato di 5 lunghezze e mezzo dalla Lega, che vola al 23,99%. Bene Futura, che si attesta al 13,57, davanti al Patt (9,77), che anche qui - seppure con minor margine che nel resto della provincia - tiene dietro i 5 Stelle (8,5). 













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