Studenti ciceroni alla chiesetta di S. Nicolò 

Predazzo, i ragazzi delle classi terze delle medie hanno guidato genitori e compagni per il progetto Fai


di Francesco Morandini


PREDAZZO. Per una mattinata i ragazzi delle tre classi terze della scuola media di Predazzo hanno fatto gli apprendisti ciceroni presso la chiesetta di San Nicolò di Predazzo. Seguiti dalle insegnanti Antonietta Soccio, Antonella Giorio e Francesca Guadagnini (quest’ultima è anche responsabile del Fondo Ambiente Italiano sezione di Fiemme e Fassa) hanno guidato genitori, compagni delle altre classi della media, ma anche alcune classi delle scuole superiori, nella visita della bellissima chiesetta di San Nicolò che sorge proprio nel mezzo del cimitero di Predazzo.

Quello degli apprendisti ciceroni è un progetto di formazione del Fai che offre l’opportunità di mettersi in gioco in prima persona vivendo l’esperienza da protagonisti. Gli studenti hanno studiato la chiesa nei suoi dettagli storici, artistici, religiosi e, indossati i panni di narratori, li hanno raccontati ai visitatori. Il risultato è stato interessante per loro e per gli adulti che li hanno seguiti sotto la supervisione dei propri insegnanti, pronti a correggere eventuali sbavature, ma anche di Lucio Dellasega che, dopo aver abbandonato lo scranno di assessore, ha continuato a occuparsi di questo prezioso bene artistico, anche come apprezzato cicerone per i turisti nel corso dell’estate. Si tratta della “Mattinata Fai d’inverno” che è stata seguita anche con soddisfazione dalla responsabile valligiana Annalisa Zorzi.

Così, dopo aver seguito due preparatissime ragazze che citavano a memoria le scritte latine della nicchia di San Giovanni Nepomuceno, invocato contro le alluvioni, e un ragazzo con qualche piccola lacuna circa i curiosi particolari delle fasi di ampliamento della chiesetta, dalla prima metà del 1500 fino al 1797, Lucio Dellasega ha spiegato che, dopo la ristrutturazione dell’abside e della parte più antica, l’intervento sarà completato con il restauro dell’altare di S. Antonio per il quale la giunta comunale ha già stanziato 60 mila euro, e dell’altare sulla parete opposta caratterizzato dalla presenza di un originale manichino della Madonna del rosario del 1600, con vestiti e capelli veri. Entrambi provenienti probabilmente dall’antica chiesa abbattuta nel 1876. La restauratrice è Silvia Invernizzi: neppure lei è voluta mancare all’evento, spiegando di aver trovato nella chiesa di San Nicolò uno dei siti più interessanti in cui ha lavorato. L’ultimo restauro architettonico è iniziato nel 2009 e si è concluso nel 2013.













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