Sei giornate dedicate alla cultura ladina

Val di fassa. Figli, in primis, e poi mamme e papà. La cellula della società, quale è considerata la famiglia, è anche il centro della trasmissione della lingua (lingua madre innanzitutto), della...



Val di fassa. Figli, in primis, e poi mamme e papà. La cellula della società, quale è considerata la famiglia, è anche il centro della trasmissione della lingua (lingua madre innanzitutto), della cultura, delle tradizioni e dell’identità, ed è ad essa che è dedicata l’11ª edizione dell’”Aisciuda Ladina-festival del lengaz”, in Val di Fassa dal 5 al 10 maggio. Il festival della lingua e dell’identità locale, promosso dai Servizi Linguistici e culturali del Comun general de Fascia, quest’anno individua nei bambini i primi diffusori della lingua, grazie alla scuola.

Le politiche linguistiche

Proprio la scuola, grazie alle politiche linguistiche messe in atto nel corso di questi anni in Val di Fassa, è fucina di conoscenza e diffusione dell’idioma minoritario, che rischiava di disperdersi per logiche socio-economiche così come linguistiche che investono, in modo fisiologico, le lingue di minoranza. Le giovani generazioni non sono solo le migliori destinatarie per l’acquisizione consapevole di un sapere - lingua e cultura - che è espressione dell’identità, ma anche il volano ideale per trasmetterlo e mantenerlo vivo in futuro. Se i figli sono i messaggeri dell’idioma e della cultura ladina, i genitori possono - attraverso i ragazzi - rinfrescarne la conoscenza, in caso siano fassani di nascita, oppure scoprirne la ricchezza anche per integrarsi meglio nella comunità locale, se vivono in valle ma arrivano da altri luoghi. Anche i nonni, come in altri aspetti della vita, hanno un ruolo fondamentale nella trasmissione ai nipoti di saperi e valori: ecco che l’Aisciuda Ladina è occasione per ogni componente della famiglia di confrontarsi con le proprie radici o di apprendere novità interessanti.

Scuole protagoniste

Tra le numerose attività della rassegna, proposte soprattutto nelle scuole di Fassa, quattro gli eventi da non perdere, a cominciare da “La bandiera ladina”, il 5 maggio alle 15 al Passo Sella, anteprima de “l’Aiusciuda” a cura de l’Union di Ladins de Fascia (pullman gratuito per salire al valico). Il 6 maggio, invece, alle 17.30 nella sorastanza della Scuola Ladina a Pozza, si tiene l’inaugurazione del festival con presentazione del programma, breve concerto dei partecipanti al corso “Ciantèr ensema amò più bel”, confronto tra generazioni “Canche l ladin ne tegn adum” (quando il ladino ci unisce) e“Apericena” organizzata dalla Cooperativa Oltre e Projet Cojinèr ensema. Quindi, il 9 maggio alle 17.30 nella sala Heilmann del Museo Ladino di Fassa, presentazione del libro “La pazienza di sasc” (La pazienza dei sassi) con l’intervento dell’autrice Ierma Sega e dell’illustratrice Michela Molinari e la drammatizzazione del libro, a cura di Loreta Florian dei Servizi linguistici e culturali del Comun General. . Infine, il 10 maggio dalle 16 alle 18 nella caserma dei vigili del fuoco di Pera, “L’Aisciuda de la familia”, un pomeriggio di giochi a squadre tra famiglie con contenuti linguistico-identitari e con l’animazione dell’associazione “Inout”.

Per informazioni e iscrizioni alle diverse iniziative (da effettuare entro il 30 aprile) rivolgersi ai Servizi linguistici e culturali del Comun general de Fascia (tel. 0462 764500 int.4).















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