VACCINI

Moena, esclusi dall’asilo sei bambini non vaccinati

Protesta pacifica dei genitori con lenzuolo e palloncini arancioni ieri davanti ai cancelli. Altre famiglie annunciano: a casa anche i nostri figli per solidarietà


Gilberto Bonani


MOENA. Sei palloncini arancioni ai cancelli della scuola materna (uno per ogni bambino escluso) a incorniciare un lenzuolo bianco con la scritta «Mi chiamo “non conforme” da oggi non potrò più andare all’asilo… Chiedo semplicemente il diritto di essere bambino».

Una breve sosta all’ingresso per un rapido volantinaggio e poi via, si torna a casa. Alcuni genitori di Moena hanno voluto sottolineare l’esclusione dei loro bambini dalla scuola materna con un piccolo gesto nel giorno della riapertura dell’asilo. Complessivamente sono cinque le mamme coinvolte nella protesta per i sei bambini non accolti nella materna per non aver osservato l’obbligo vaccinale. A questi si aggiungono tre piccoli di età inferiore ai tre anni non in regola per accedere al nido. Questa la consistenza numerica ufficiale della protesta.

«Non ci resta che attrezzarci autonomamente per far socializzare i nostri bambini» spiega Monica Zanoner, nella sua duplice veste di mamma di tre figli e insegnante nella scuola materna di Moena. «La nostra protesta – sottolinea – non vuole mettere in discussione la validità o meno dei vaccini, ma solamente non riteniamo giusto che lo Stato neghi il diritto costituzionale alla scuola per tutti». Sulla stessa lunghezza d’onda Manuela De Pellegrini, anch’essa mamma di tre figli che giudica non coerente la legislazione attuale sull’obbligo vaccinale. «Stranamente - spiega - i nostri figli piccoli costituiscono un pericolo pubblico ma, a partire dai sei anni, potranno finalmente ricongiungersi ai loro coetanei da cui sono stati ingiustamente separati».

Martina Dall’Ara esprime tutta la sua amarezza per l’esclusione e si domanda perché fino all’anno scorso nessuno era interessato allo stato vaccinale dei bambini e del resto della società mentre oggi si assiste a una discussione compulsiva tipica del mondo del calcio e non del vivere civile. Le famiglie, che non possono ricorrere a nessun servizio dell’infanzia, si stanno organizzando per realizzare uno spazio dove far incontrare i loro figli. Alcune famiglie hanno annunciato di tenere a casa i propri figli per alcuni giorni in segno di protesta anche se in regola con la norma vaccinale. 













Scuola & Ricerca

In primo piano