pozza di fassa - legge elettorale e minoranze 

Anesi: «Per Trentino Alto Adige sistema speciale ma illogico»

POZZA DI FASSA. L’Union Autonomista Ladina interviene sulle nomine dei candidati per le prossime elezioni nazionali in Parlamento e con il segretario politico Michele Anesi chiede alle forze di...



POZZA DI FASSA. L’Union Autonomista Ladina interviene sulle nomine dei candidati per le prossime elezioni nazionali in Parlamento e con il segretario politico Michele Anesi chiede alle forze di maggioranza a Trento di fare come l’Alto Adige: rispettare la legge e valorizzare le minoranze di tutta la Provincia nominando un rappresentante delle stesse (che sia ladino, mocheno o cimbro non cambia) magari nel seggio Fassa, Fiemme e Valsugana.

«Che senso ha questo “beneficio” per il Trentino? – scrive Anesi. - Il sistema elettorale per il rinnovo del Parlamento ha riconosciuto nella Regione Trentino Alto Adige un sistema “speciale” basato sulla previsione di sei collegi elettorali, tre per la Camera e tre per il Senato. La mia perplessità deriva dalla considerazione che probabilmente questi seggi siano già stati assegnati tra le tre forze di maggioranza (...basti pensare alla possibile candidatura del ministro Boschi)».

«Tale modalità di elezione, proposta dalla delegazione parlamentare regionale del Centro Sinistra Autonomista e dalla Svp, rappresenta - prosegue Anesi - un caso unico a livello nazionale ed è stata giustificata in Parlamento con la presenza sul territorio delle minoranze linguistiche e dalla conseguente necessità di garantire loro un'adeguata rappresentanza. Come si può giustificare a livello nazionale un sistema costruito per la rappresentanza delle minoranze linguistiche e poi concretamente non consentire a nessun rappresentante di una minoranza di essere eletto in Parlamento? Questo rappresenta non solo un elemento di trasgressione degli obiettivi della legge ma anche, direi di credibilità del sistema autonomistico che trasforma concetti come quello del pluralismo culturale e della tutela delle minoranze. Quello che si rivendica non sono candidature in Parlamento ma coerenza, logica, serietà e visione. Quando si tratta di sostenere a parole le minoranze Ladina, Mochena e Cimbra tutti si schierano in prima linea, nessuno escluso; quando si tratta di dare concretezza al principio, tutti si girano dall’altra parte facendo finta di nulla. La tutela delle minoranze si attua con misure concrete che tendono a rimuovere quegli ostacoli (che nascono dall’esiguità dei numeri) che rendono difficile o impossibile l’esercizio di diritti o la garanzia di pari di opportunità. In sostanza, si tratta di declinare gli articoli 3 e 6 della Costituzione. Mi spiace doverlo ricordare, ma in Südtirol tale principio viene vissuto con la normalità di chi vive il territorio con occhi diversi. Spesso, quando si appartiene a una minoranza bisogna essere migliori per avere il diritto di essere uguali». (v.r.)













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