Alla Magnifica la cappella di San Giuseppe 

Cavalese, il consiglio dei regolani ha accettato la cessione gratuita da parte della parrocchia


di Luciano Chinetti


CAVALESE. La cappella di San Giuseppe, un tempo proprietà esclusiva della Parrocchia di Santa Maria Assunta a Cavalese, ora è diventata patrimonio indivisibile di tutti i Vicini di Fiemme. Il Decano di Fiemme don Albino Dell’Eva infatti il 7 dicembre scorso ha comunicato alla Magnifica la volontà di cedere gratuitamente l’immobile all’ente millenario. E il Consiglio dei regolani nell’ultima seduta ha accettato di buon grado la donazione con i ringraziamenti dello Scario Giacomo Boninsegna a nome dei regolani, ma anche dei Vicini di Fiemme.

Ma forse non tutti sanno dove si trova questo piccolo monumento alla devozione popolare, e soprattutto che cosa rappresenti per la nostra valle. Vale la pena dunque soffermarsi qualche istante per analizzare alcuni interessanti dettagli storici, architettonici ed artistici. La cappella di San Giuseppe, come si vede nella foto che correda questo articolo, si trova sul lato ovest del viale che partendo dall’Oratorio parrocchiale porta alla chiesa dell’Assunta, conosciuta anche come “Pieve di Fiemme”. Si tratta dunque di un edificio di piccole dimensioni che testimonia la pietà religiosa di carattere spontaneo e comunitario, espressione della cultura popolare, attraverso la quale si attua il processo di secolarizzazione del territorio e di conquista religiosa dello spazio.

La cappella votiva ha pianta esagonale ed è unica nel suo genere, non essendo noti in valle di Fiemme altri esempi in cui si sia ricorso ad una pianta centrale. L’unico edificio comparabile potrebbe essere la cappella di Santa Trinità a Masi, eretta nel 1720 su progetto attribuito al pittore Giuseppe Alberti.

La cappella di San Giuseppe è stata eretta nel 1727. Lo si desume dalla data scolpita sopra la chiave di volta a fianco dello Scudo della Magnifica Comunità, attribuito a Johann Poder Senior. La storia dell’edificio della cappella di San Giuseppe, come si legge negli annali, vede dunque coinvolta la Magnifica fin dalle sue origini.

Nel verbale della seduta del Consesso di giovedì primo maggio del 1927, essendo lo scario Giuseppe Francesco Vigilio Miorini, è contenuta l’esortazione avanzata da padre Casimiro, predicatore dell’ordine dei riformati di San Francesco, affinché san Giuseppe sia eletto protettore della valle di Fiemme e da essa sia offerta opera pia per allontanare ogni castigo. Successivamente lo scario proponeva alle regole di Fiemme di fabbricare a spese della Comunità un capitello in muratura contenente la statua di san Giuseppe. E questo doveva avvenire nel prato di proprietà della parrocchia di Santa Maria Assunta. E fu proprio il Consesso della Magnifica in data 12 maggio del 1914, poco prima dello scoppio della prima guerra mondiale, che deliberò in merito al restauro dell’interno e dell’esterno della cappella.















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