All’Istituto comprensivo è vietato l’uso dei cellulari 

Decisione unanime fra genitori e professori. Novità introdotta nel regolamento delle  scuole di Predazzo, Tesero, Ziano e Panchià. Obiettivo: recuperare socialità durante ricreazione


Francesco Morandini


Predazzo. «È vietato l’utilizzo del telefono cellulare e dei vari dispositivi elettronici in ogni momento delle attività scolastiche antimeridiane e pomeridiane (compreso il periodo della ricreazione)». Il primo punto del 9° comma dell’art. 13 del regolamento interno dell’Istituto comprensivo di Predazzo, Tesero, Ziano e Panchià, è perentorio. D’ora in poi basta telefoni a scuola.

Tutti d’accordo

La decisione è stata presa all’unanimità mercoledì 17 dal consiglio di Istituto che ha recepito le proposte discusse dalla consulta dei genitori e formulate allo stesso consiglio dai quattro rappresentanti dei genitori, secondo i quali le previsioni regolamentari erano insufficienti ad evitare in assoluto l’uso degli smartphone da parte di tutti gli insegnanti durante le lezioni, mentre troppi bambini sono dotati di smartphone “pur in un contesto di assoluta inutilità di questo apparecchio”. L’obiettivo è di “recuperare socialità durante la ricreazione, abituando i ragazzi a non diventare ‘schiavi’ delle nuove tecnologie”. Il divieto, quale esempio educativo, riguarda tutto il personale, docente e non, cui è vietato anche scattare foto o girare video ai propri alunni per uso personale o pubblicazione sui social. Non sarà consentito inoltre creare gruppi whatsapp con gli alunni e con i genitori per inviare comunicazioni e/o compiti, considerato il divieto di utilizzo fino ai 16 anni. Era accaduto infatti che alcuni insegnanti utilizzassero questo strumento per comunicare con alunni e genitori. D’ora in poi non sarà più possibile, e non solo per il divieto di legge.

Bocciato il contenitore

«È nostro parere che la scuola inizi alle 8 e termina alle 13 – hanno osservato i rappresentanti dei genitori – anche per ciò che riguarda l’assegnazione dei compiti». I genitori avevano proposto, sulla scorta di analoghe esperienze anche trentine, di predisporre all’ingresso di ogni classe un contenitore in cui tutti (insegnanti e scolari/studenti) deponessero il proprio smartphone spento all’inizio delle lezioni per ritirarlo al suono dell’ultima campanella, ricreazione compresa, nella convinzione che i genitori si sarebbero convinti, in questo modo, dell’opportunità di lasciare i telefonini direttamente a casa. Gli insegnanti – secondo i genitori – avrebbero così creato un utile processo virtuoso spostando il loro smartphone da un contenitore all’altro con il cambio di classe. La proposta non è però passata in quanto gli insegnanti hanno già un proprio contenitore dove lasciano i telefoni, e anche perché i ragazzi, con questo regolamento, il telefono già non dovrebbero proprio portarlo.

Violazione della privacy

Il nuovo regolamento ricorda inoltre che eventuali foto o riprese fatte all’interno della scuola o nelle sue pertinenze, senza il consenso scritto delle persone, si configura come violazione della privacy e quindi perseguibile dalla legge. Nella consapevolezza che quella digitale è una delle competenze chiave per l’apprendimento, viene comunque consentito l’uso di tablet e altri dispositivi mobili, ma esclusivamente su indicazione del docente e con finalità didattiche, in momenti e con modalità prescritte dallo stesso insegnante.

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