i dati

Esame per la patente, in Trentino il record di bocciati

L’analisi dell’Asaps su bocciature e promozioni: al sud va meglio che al nord



TRENTO. La provincia dove è più difficile passare gli esami della patente? Il Trentino con una percentuale di bocciati che supera il 30% degli iscritti. A dirlo sono i dati analizzati dall’Asaps, l’associazione sostenitori Polstrada  che li ha quindi pubblicati sulla rivista “Il centauro”.

Nonostante l'emergenza e le difficoltà delle singole Motorizzazioni dovute alle norme restrittive dei provvedimenti legislativi che hanno imposto una riduzione degli esami, nel 2020 sono state fatte 1.459.626 prove d'esame di guida per la patente contro le 1.942.083 del 2019, con un calo del 23%.

In Italia sono stati 1.185.953 gli idonei, il 79,29%, in aumento di tre punti percentuali rispetto al 2019.

In pratica un candidato ogni cinque non supera l'esame per il conseguimento della patente.

I dati relativi a regioni e province presentano notevoli differenze tra Nord e Sud: la Provincia Autonoma di Trento è quella con il maggior numero di bocciati, mentre la regione con le eccellenze alla guida è la Puglia. Per le province i peggiori risultati si sono avuti, dopo Trento,  a Belluno, con il 30,68% di bocciati, seguita da Ravenna e Verona; le migliori sono Ragusa (12,44%), Messina e Lecce.

"Abbiamo voluto evidenziare i dati nell'anno della pandemia, anche per ricordare come il titolo di guida sia fondamentale anche al momento dello studio e degli esami - ricorda Giordano Biserni, presidente Asaps - Mentre sulla prova scritta le difformità di risultati sono minime fra i territori, rimane ampio il divario sulle prove pratiche che necessitano di strumenti tecnologici, quali telecamere per un risultato più omogeneo.

Sono invece centinaia i candidati sorpresi dalle forze dell'ordine che tentano di utilizzare strumentazioni tecnologiche per superare gli esami scritti, mediante l'uso di telefonici, telecamerine anche nascoste nelle mascherine obbligatorie per sostenere gli esami. Servono sanzioni penali più dure e applicabili contro i 'furbetti' degli esami" conclude Biserni.













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