IL CASO

Doppio passaporto ai sudtirolesi, Roma frena Vienna

La notizia trapela dalla stampa austriaca. Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi: «L'ultima delle questioni che vale la pena di aprire». Il governo Kurz: per il momento non esiste nessun disegno di legge.  Giorgia Meloni: «Atto ostile». Critiche da Biancofiore. Plauso dell'opposizione di lingua tedesca


di Stefan Wallisch


BOLZANO. Il doppio passaporto italo-austriaco per i sudtirolesi di lingua tedesca e ladina prende forma, anche se il governo Kurz temporeggia e assicura il coinvolgimento di Roma e Bolzano. Dalla riunione della commissione di esperti oggi a Vienna non è uscito il disegno di legge già pronto, come era stato ipotizzato, ma solo un parere che sarà il punto di partenza per l'iter legislativo.

Sembra però ormai certa l'esclusione degli altoatesini di lingua italiana. «Che in una realtà come l'Ue si stia a discutere tra Paesi vicini di doppie cittadinanze da conferire a cittadini di un altro Paese è veramente un fatto curioso», ha commentato felpatamente il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. «Comunque - ha aggiunto - abbiamo avuto interlocuzioni come Farnesina con l'ambasciatore austriaco, con l'ambasciata di Vienna e con il governo austriaco per far presente come oggettivamente ci sembra l'ultima delle questioni che varrebbe la pena di aprire».

I sudtirolesi di lingua tedesca e ladina, potranno votare per il Nationalrat, il parlamento austriaco, come anche alle elezioni europee, annuncia la Tiroler Tagezeitung. Il servizio militare, che Oltrebrennero è ancora obbligatorio, scatterà invece solo se il neo cittadino ha la residenza in Austria. Lo stesso vale per le prestazioni sociali. Per poter concedere la cittadinanza ai sudtirolesi, Vienna dovrà modificare complessivamente quattro leggi.

Per rendere il tutto anche economicamente accessibile, il costo sarà abbassato a 660 euro, scrive il giornale. Vienna non sembra intenzionata ad aprire questa strada anche agli altoatesini di lingua italiana. Potranno infatti fare domanda solo coloro che si sono dichiarati di lingua tedesca oppure ladina.

La Sprachgruppenzugehoerigkeitserklaerung, la dichiarazione di appartenenza linguistica, viene depositata in tribunale a Bolzano e consente l'accesso al pubblico impiego e ad alcune prestazioni sociali. Secondo quanto si apprende, la dichiarazione non sarà comunque l'unico criterio di accesso. L'autocertificazione, infatti, non sempre è veritiera, perché non prevede delle controverifiche.

Il governo Kurz si è affrettato a precisare che, per il momento, non esiste nessun disegno di legge. La commissione è composta da tecnici del ministero degli Interni e degli Esteri che elaboreranno un parere. Seguiranno - ha spiegato il portavoce del ministero degli Esteri Peter Guschelbauer - contatti con la giunta provinciale a Bolzano e con il governo a Roma. «Sarà un processo piuttosto lungo», ha sottolineato Guschelbauer.

Anche il governatore altoatesino Arno Kompatscher ha messo in chiaro che «il parere della commissione di esperti è solo una base di discussione. Non si tratta di un documento governativo».

Per la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, si tratta comunque di un «atto ostile». «Il governo - ammonisce - deve rispondere con chiarezza e durezza perché è in gioco la nostra sovranità, l'unità e l'integrità territoriale dello Stato italiano». Critiche sono arrivate anche dalla coordinatrice regionale di Forza Italia, Michaela Biancofiore, mentre l'opposizione di lingua tedesca a Bolzano ha applaudito.













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