LA STAGIONE

Corsa contro il tempo per gli impianti da sci 

Nelle aree sciistiche si fa la conta dei danni e si lavora. In Primiero ansia per la situazione strade



TRENTO. Chi guarda alla prossima stagione invernale con più apprensione, è la zona del Primiero. «E non per i danni che la perturbazione ha provocato agli impianti - spiega Valeria Ghezzi amministratore delegato di Funivie San Martino- Alpe Tognola, e presidente nazionale Anef, l’associazione nazionale esercenti funiviari -. I danni sono stati per fortuna limitati, ma è la situazione viabilistica che mi preoccupa. Ora, per dire, sono in colonna e sono destinata a restarci ancora per un bel po’ perché ci sono due aperture al traffico, una la mattina e una la sera. È stato un disastro e penso che ci vorrà per del tempo per riparare ai danni. Ma di tempo non ne abbiamo tantissimo: fra un mese è già dicembre».

Intanto si fa il possibile sugli impianti. «Il primo novembre è stato sempre un giorno libero per i nostri uomini - prosegue Ghezzi - ma quest’anno lo passeranno tutti a lavorare perché c’è tanta passione a tanta partecipazione. Speriamo che non vada tutto vanificato».

La conta dei danni è in corso in tutte le aree sciistiche e al momento non è possibile fare una stima come spiega Francesco Bosco direttore delle funivie Campiglio. «Abbiamo tanto lavoro davanti e siamo pronti. Abbiamo una scaletta di interventi: prima sistemare le strade di accesso, poi gli impianti ed infine le piste. E poi dobbiamo verificare anche le schede dei cannoni colpite dai fulmini. Ma speriamo ancora di poter aprire per la metà di novembre almeno nei fine settimana».

Situazione simile per Danilo Dezulian che ha sotto controlli gli impianti fassani. «Alcuni alberi sono finiti su linee secondarie, ma sembra che sia siano solo appoggiati. Stiamo lavorando al massimo per ripristinare tutto ed essere pronti per la stagione ormai alla porte».

Lavori in corso anche per la zona del Cermis come spiega Giulio Misconel: «Rispetto a quello che è successo altrove per noi è andata discretamente bene. Certo c’è da fare ma siamo già in azione».

E ci saranno interventi importanti da fare anche per il Bondone come spiega Fulvio Rigotti. Lavori che riguardano in particolar modo l’opera di presa e il bacino che sono stati interessati da uno smottamento. Ma spiega che il danno più grave, da vice presidente di Trentino Sviluppo, è quello registrato all’impianto di Lavarone.













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