IL CASO

Carne e pesce avariati nelle mense di anziani e bambini

Il giudice sequestra la ditta veronese Olivo snc che riforniva di carne e pesce le mense di asili nido e case di riposo a Bolzano



BOLZANO. Una delle aziende più rinomate del Veronese nella fornitura all’ingrosso di carne e pesce destinati a decine di mense sociali di Bolzano, è stata posta sotto sequestro dalla magistratura di Bolzano.

Si tratta della Olivo snc con sede a Colognola ai Colli in provincia di Verona. Gli indagati sono sei, di cui tre debbono rispondere di associazione a delinquere per frode in commercio. Gli altri tre per il momento sono sotto indagine per concorso nello stesso reato (con esclusione dell’associazione, avendo avuto - secondo gli inquirenti bolzanini - un ruolo di rilevanza inferiore).

Si tratta di un'azienda leader nel mercato della lavorazione delle carni, dello stoccaggio e della commercializzazione di prodotti alimentari biologici e convenzionali. A Bolzano forniva soprattutto carni e pesce destinati alle dispense di otto case di riposo, quattro asili nido ed una struttura di assistenza a persone disabili non autosufficienti. Il rapporto commerciale era formalmente instaurato con la Assb, l’azienda servizi sociali che fa capo al Comune di Bolzano.

La Olivo snc è titolare di un appalto per la fornitura di cibo per 1400 pasti al giorno per un valore della commessa di 375 mila euro annui. In sostanza l’appalto prevede la fornitura di 511 mila pasti all’anno con un costo a pasto della giornata alimentare media di 8,70 euro (colazione, pranzo, cena, merende). Tra le forniture finite nel mirino della magistratura ci sono anche quelle che riguardano la casa di riposo Don Bosco-Villa Europa di via Milano, Villa Serena di via Fago, Villa Armonia di viale Trento, oltre al Centro servizio handicap di via Fago.

E’ stata l'azienda servizi sociali Assb a segnalare alla Procura della Repubblica nei mesi scorsi pesanti discrepanze (sia come qualità che come quantità) tra le forniture effettivamente effettuate dalla Olivo snc e quanto sarebbe stato previsto dal contratto di fornitura previsto dall’appalto. L’indagine avrebbe permesso di individuare irregolarità limitate sulla quantità di pesce e carne fornita. Il quadro decisamente più pesante è invece emerso sulla gestione del cibo fornito (surgelati compreso).

Gli accertamenti disposti avrebbero permesso di appurare che l’azienda aveva - secondo l’accusa - trovato un sistema per aumentare notevolmente i margini di guadagno, facendo accordi specifici con i proprio fornitori diretti di carne e pesce. Non solo sarebbero stati forniti prodotti congelati e non freschi (come previsto dal contratto), oppure prodotti di provenienza estera invece che nostrana ma in molte occasioni gli operatori della Olivo snc avrebbero etichettato il cibo fornito con date di scadenza fasulle. In altre parole la Olivo snc (che ha nominato proprio difensore l’avvocato Beniamino Migliucci) avrebbe acquistato dai propri fornitori merce alimentare già prossima alla scadenza, confezionandola ex novo con una nuova data limite per la consumazione. In alcuni casi la data di scadenza sarebbe stata modificata anche di alcune settimane.

Vista la gravità della situazione, la Procura della Repubblica ha chiesto e ottenuto dal giudice Walter Pelino il sequestro totale dell’azienda, la cui attività è stata completamente bloccata.













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