POLITICA

Bezzi ricorre al Tar per il seggio perso: «Tante schede dubbie»

All’esponente dell’Udc servono due voti e una revisione che faccia scattare il seggio. Che a quel punto perderebbe un posto la Lega



TRENTO. Due schede. Per fare scattare un seggio per l’Udc. E per fare entrare in Consiglio provinciale Giacomo Bezzi. Se il ricalcolo della commissione elettorale non è bastato per fare sì che le porte dell’aula di piazza Dante si riaprissero per il solandro, ora Bezzi sta preparando un ricorso al Tribunale amministrativo regionale.

Attenzione, non si potrà dunque procedere con una semplice operazione da pallottoliere ma dovranno esserci delle evidenze che qualche cosa è andato storto.

Bezzi la prende larga: «Ringrazio le moltissime persone che in privato mi hanno espresso vicinanza per la mancata elezione per 2 voti. Noi uomini di fede sappiamo che la vita a volte ti riserva per un soffio o bellissime cose, come situazioni peggiori ma se si affronta con umiltà e senso del proprio limite mai si può essere impreparati. Molti amici mi chiedono di fare ricorso come pure i candidati della mia lista» osserva Bezzi.

«Sappiamo che non avendo avuto il tempo di organizzare la nostra presenza ai seggi di rappresentanti di lista in talune situazioni siamo stati penalizzati ed abbiamo contezza di ciò. Gli avvocati del partito ed i miei stanno verificando la questione che evidentemente ha anche risvolti politici essendo stato in questi ultimi 5 anni la persona più vicina politicamente al presidente Fugatti in aula ed amico della lega» continua il consigliere uscente.- Morale? «Abbiamo 30 giorni per decidere se fare ricorso o lasciare perdere. Ci sarà occasione di confrontarci sia con il presidente Fugatti, sia con la Lega che è evidentemente coinvolta dal ricorso. Intanto vi ringrazio delle molte segnalazioni di anomalie sull’attribuzione del voto alla nostra lista che mi avete riscontrato. Ricordo che giuridicamente il ricorso, se presentato, va fatto su casi specifici e supportati da prove o testimonianze concrete in particolare di chi era presente ai seggi come rappresentante di lista di altri partiti o membro della commissione elettorale».













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