CORONAVIRUS

Battiston: “In Italia una quindicina di focolai alimentati dalle varianti. Impennata dell’indice Rt. Ma le zone rosse localizzate funzionano”

Il fisico dell’Università di Trento promuove le misure adottate in Alto Adige: “Gli effetti del vaccino già si vedono. Intanto distanziamento sociale e limitazione agli spostamenti stanno avendo effetto”


di Luca Marognoli


TRENTO. Un aumento repentino e vorticoso. L’indice Rt, che misura il numero di persone che possono essere contagiate da una sola in un determinato periodo di tempo, è spinto ad alta velocità verso l’altro da una quindicina di focolai in tutta Italia che sono alimentati dalle varianti del Covid. E’ su di essi che bisogna intervenire per impedire all’epidemia di espandersi. Come? Trasformandole in zone rosse, come sta avvenendo in provincia di Bolzano.

Lo afferma Roberto Battiston, coordinatore dell'Osservatorio dei dati epidemiologici del Dipartimento di Fisica dell'Università di Trento, intervenuto oggi (26 febbraio 2021) al Tg Leonardo, il telegiornale della scienza della testata regionale Rai.

“Non si vedeva da ottobre una crescita di Rt così significativa”, ha osservato. “In meno di 5 giorni siamo saliti di 13 centesimi di punto, che è tanto, passando da livelli sotto l’1 (0,92 circa) all’1,05 stimato a ieri. Siamo riusciti a capire che le parti d’Italia che stanno trascinando questa crescita sono un certo  numero di province all’interno di regioni: per esempio in Umbria abbiamo Perugia, in Lombardia Brescia e Bergamo e una buona parte della Toscana. Zone limitate: una quindicina circa, che devono essere rapidamente delimitate e in cui si deve applicare un contenimento e un distanziamento sociale tipico di una regione rossa, secondo l’accezione che diamo in termini di colore”.

Basteranno queste misure per frenare l’epidemia? “Penso proprio di sì”, ha risposto Battiston. “L’unica risposta che abbiamo, in attesa del vaccino il cui effetto crescente di immunità si sta percependo pur essendo ancora i valori bassi, sono il distanziamento sociale e le limitazioni agli spostamenti. Misure che funzionano: solo tre settimane fa avevamo la provincia di Perugia e l’Alto Adige che davano grande preoccupazione per la crescita del virus; sono state introdotte delle zone rosse e sono tornate a livelli di Rt vicino a 1”.

Secondo il fisico “le varianti probabilmente sono la causa di queste crescite localizzate ma molto rapide: come sappiamo la ricerca delle varianti a livello nazionale sta venendo sviluppata anche con il forte stimolo del Ministero della salute; non abbiamo ancora un quadro complessivo ma sappiamo che sono molto diffuse in Italia. Così diffuse che in alcune province hanno iniziato a essere misurabili con gli effetti di aumento dei contagi”.













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