TRAGEDIA DI ZERMATT - IL CASO

Assiderati a Zermatt: "Avevano cambiato percorso per evitare il maltempo"

Giovanni Paolucci, fratello di Elisabetta: "A 550 metri dal rifugio sono rimasti bloccati dalla tempesta". La notizia appresa da internet: "Lei non rispondeva e ho subito temuto"

LE INDAGINI. "Per ora nessun reato" - LA  CRONACA. morti assiderati in treIL SOPRAVVISSUTO. "Non era una gita da fare. Troppi errori" - LE FOTO. Tre amici, una passione - LA STORIA. Il sogno di Betti: "La mia grande avventura" - LA QUARTA VITTIMA ITALIANA. Mario Castiglioni. "Un super esperto" - L'OPINIONE. Messner: "Con quel vento non hai scampo". MONTAGNA TRAGICA: Alpi, 14 morti in meno di 72 ore



BOLZANO. «Hanno cambiato percorso nella speranza di raggiungere il rifugio ancora con il bel tempo, ma a 550 metri dalla meta sono rimasti bloccati dalla tempesta». È quanto Giovanni Paolucci, fratello di Betti, una delle tre vittime bolzanine, ha appreso dalla polizia del canton Vallese in merito al tragico incidente sulle Alpi svizzere.

«Ottocento metri di dislivello in salita e 1.000 in discesa non sono davvero tanti, il problema è stato la quota, visto che il punto massimo si trovava a 3.800 metri, che mi sembra un po' tanto», spiega Paolucci, che come la sorella è uno scialpinista esperto. «Le foto scattate alle 9 del mattino - racconta - mostrano il cielo sereno, mentre due, tre ore dopo è arrivata la tempesta con raffiche a 100 km/h.

Domenica mattina la comitiva aveva cambiato percorso, accorciando la tappa, ma al rifugio de Vignettes non li aspettava nessuno e perciò l'allarme è partito solo lunedì mattina. «La polizia svizzera ci ha confermato che erano tutti ben equipaggiati, ma se a quella quota vieni sorpreso da una tempesta non hai chance», spiega Giovanni Paolucci che si trova ancora a Sion in attesa del nullaosta delle autorità svizzere per poter portare a casa la salma di sua sorella.













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