Quisisana, l’Andreola dà forfait 

La saga infinita. L’impresa di costruzioni alza bandiera bianca: i prezzi fissati nell’appalto sono datati e i margini di guadagno troppo ristretti Il cantiere per il nuovo teatro subisce dunque un altro stop, dopo il fallimento dell’Azzolini. Ad Arco un vertice con l’assessore Bisesti


GIANLUCA RICCI


ARCO. L’Andreola Costruzioni ha alzato bandiera bianca: il cantiere per la realizzazione del teatro al Quisisana si svuota un’altra volta e il Comune si avvia definitivamente verso la rescissione del contratto. Una saga infinita, quella relativa alla realizzazione di una delle opere pubbliche più contestate e sfortunate degli ultimi anni.

Dopo il fallimento della ditta Azzolini, che per prima si era aggiudicata l’appalto, ora si registra un nuovo forfait. Decisivi gli incontri che nei giorni scorsi hanno riunito intorno allo stesso tavolo i rappresentanti dell’amministrazione arcense e quelli dell’azienda che avrebbe dovuto continuare l’opera abbandonata da Azzolini: da una parte la richiesta di procedere speditamente alla conclusione dei lavori previsti dal contratto, dall’altra una vera e propria ammissione di impotenza, sostenuta dalla mancanza delle necessarie garanzie bancarie. Sono dunque venute meno le condizioni per proseguire e la giunta non ha più intenzione di far finta di niente. Tanto più che alcune aziende locali, che erano state coinvolte nell’operazione dalla Andreola, non hanno ancora visto saldate le loro spettanze, con il rischio concreto che, in caso di fallimento, le fatture rimangano in sospeso. A nulla sono valse le giustificazioni addotte dai rappresentanti dell’azienda trevigiana secondo i quali i margini di guadagno previsti da un capitolato ormai datato sono diventati inesistenti: le cifre fissate nell’appalto quelle erano e quelle devono rimanere.

Il tempo delle chiacchiere è scaduto e l’amministrazione ha deciso di passare ai fatti. Un vero e proprio calvario, quello vissuto da un’operazione che fin dalle sue origini era stata osteggiata, ancora in fase di progettazione. La realizzazione di una sala teatrale ad Arco mentre a Riva si discuteva di un progetto omologo al Palazzo dei Congressi aveva scatenato fortissime polemiche, sedate dalla gara d’appalto e dall’inizio dei lavori, affidati alla ditta Azzolini. Poi il blocco dei lavori, in seguito all’altolà giunto da Trento nella speranza di evitare inutili doppioni fra Riva e Arco, quindi il fallimento di Azzolini. L’arrivo di Andreola e la successiva preparazione del cantiere avevano fatto ben sperare, ma nel giro di un paio d’anni la situazione è precipitata una seconda volta. Nei prossimi giorni saranno redatti i documenti ufficiali che sanciranno una volta per tutte, dopo che molti ultimatum e penultimatum erano scaduti senza che ci fossero state reali conseguenze, il divorzio fra Comune e Andreola Costruzioni. Dopodiché si passerà immediatamente alla fase successiva, visto e considerato che di tempo finora se n’è perso già abbastanza. A breve verranno contattate le ditte risultate al terzo e al quarto posto al termine della gara d’appalto, rispettivamente la Ediltione e la Inco, per verificare la disponibilità a rilevare un’eredità piuttosto pesante. Due aziende solide, radicate sul territorio, impegnate da tempo a realizzare grandi opere e presenti in molte gare d’appalto relative a progetti da concretizzare anche sull’alto Garda. Chi presenterà le carte in regola per realizzare l’auspicato teatro dopo nove anni di agonia potrà cominciare subito: il cantiere risulta fortunatamente in buone condizioni e non sarà necessario intervenire con opere di ripristino supplementari. Resta il nodo della remuneratività: gli anni trascorsi dalla gara d’appalto sono ormai molti, ma le cifre non sono cambiate. Pare però che l’assessore provinciale Bisesti sia atteso a breve ad Arco sia per rendersi conto di persona della situazione sia per discutere di un possibile riaggiornamento dei costi previsti. Sarà la volta buona?

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