«Fondazione e Amsa, minoranze ignorate» 

Dura nota dei consiglieri: «Per la prima volta nessun rappresentante in cda, Betta è un monarca»



ARCO. Non ci stanno le minoranze di Arco a non veder nominato nemmeno uno dei due nomi fatti per i consigli di amministrazione di Amsa e Fondazione e attaccano il primo cittadino Alessandro Betta per le decisioni prese.

«Nella sua concezione di assolutismo monarchico travestito da democrazia - scrivono in un documento tutti i consiglieri di minoranza - il sindaco (dux et imperator?) declina le sue regole: i consiglieri che hanno un’opinione diversa possono esprimerla in consiglio o, al massimo, nel corso della conferenza dei capi gruppo. Fuori dalla porta, invece, tutti zitti». Secondo le minoranze le motivazioni date dal sindaco non sono accettabili e andrebbero in contrasto proprio con quanto dichiarato dallo stesso Betta che pretendeva un dialogo di sereno confronto. «Dal suo pessimo burocratese - affermano - risalta, forse, una sola cosa: che il dialogo è costruttivo solo quando danno ragione a lei e il famoso Bene Comune è solo quello che lei ha in testa. Tutto il resto sarebbe solo un espediente per alzare il livello del conflitto. Che dire? Viva la democrazia, ma quella con la “D” maiuscola se, per la prima volta, nei Cda di Amsa e della Fondazione Comunità di Arco non vi sarà una rappresentanza delle minoranze».

«Caro Betta - si legge di seguito nella nota stampa - non è neppure vero che in consiglio ci sia questa grande apertura al dialogo. Si vada a risentire le ultime risposte date alle interrogazioni delle minoranze e si accorgerà che il suo tono non è certo quello di un primo cittadino che, per istituto, deve spiegare anche l'ovvio e con buone maniere. Le sue risposte - precisano - sono sovente seccate, spesso autoritarie, sempre ammantate dall'insofferenza di chi le ritiene una perdita di tempo e non fa niente per nasconderlo. E allora è ovvio che chi non è in accordo con la sua fallimentare gestione del Comune si debba rivolgere anche alla stampa perché il suo pensiero abbia voce. Succede così ovunque nelle amministrazioni di ogni genere, tipo e livello, tutte cose che lei dovrebbe conoscere. Lei - concludono - boccia la nostra lettera del 12 aprile degradandola al livello di lista della spesa. E Mattei, il “suo” candidato alla successione di De Laurentis, non deve essere attaccato sulla stampa. No, va ringraziato perché, a metà mandato, le ha lasciato il posto per rincorrere i soldi della Burgo».

(l.o.)

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