Fondazione, De Laurentis «boccia» Mattei 

Il presidente uscente: «La politica resti fuori. Questa struttura ha bisogno di uno spirito imprenditoriale, non di un manager»


di Leonardo Omezzolli


ARCO. Fare il presidente della Fondazione Comunità di Arco non è un ruolo semplice, ma sopratutto deve essere supportato da un consiglio di amministrazione che abbia le giuste qualifiche e che non risponda a logiche di partito. Una tesi sostenuta a gran voce dal presidente uscente Roberto De Laurentis che invita tutti ad un’attenta riflessione cercando di ponderare con particolare oculatezza il nome del suo successore e che soprattutto porti a una scelta di consiglieri che diano seguito a quanto fatto in questi ultimi dieci anni avendo a cuore la delicata funzione della struttura.

Il dibattito sul nome del presidente si è aperto con la proposta, sostenuta dalla Civica, di proporre l’ex sindaco di Arco Paolo Mattei suscitando divergenze nella maggioranza e nella parrocchia. «In quella che sarà la scelta - ha dichiarato De Laurentis - io rispetto innanzitutto l’azionista (Comune e parrocchia ndr) e mi auguro che la selezione delle persone sia fatta con un’adeguata sensibilità. Non è tanto il presidente quello che conta, quanto la scelta di tutto il consiglio di amministrazione. Una scelta - continua De Laurentis - che non deve essere rivolta agli equilibri dei partiti politici, ma che dovrebbe guardare al bene e all’interesse di questa Fondazione che stiamo mandando avanti». Per De Laurentis quindi è preferibile un nominativo non connesso ai delicati equilibri politici. «È vero - ci ha tenuto a precisare - che anch’io venivo dalla politica, ma non ero l’espressione di una maggioranza o di una opposizione. Quello della Fondazione è un tema che ho sempre avuto a cuore. In tutti questi anni - ha rilevato De Laurentis - mi spiace sottolineare che pochissime persone hanno avuto sensibilità ai problemi di questa struttura». Secondo il parere del presidente uscente la carica in questione negli anni ha assunto un ruolo di prestigio che non gli competerebbe non fosse per la delicatezza della gestione di tutti i servizi e dei complicati rapporti con gli ospiti presenti. «Questo ruolo - continua De Laurentis - spesso è stato visto come una carica capace di portare prestigio alla propria persona e non come un impegno concreto in cui è necessario mettere passione, capacità di rapporti umani e capacità di ascolto. La Fondazione è una fabbrica di servizi per gli anziani, non una catena produttiva, ma una catena di benessere». In definitiva per De Laurentis serve un nome che abbia uno spirito imprenditoriale e non manageriale. «Credo fermamente - ha concluso De Laurentis - che per presiedere la Fondazione Comunità di Arco ci voglia uno spirito imprenditoriale e non uno manageriale. Questo incarico va vissuto come se si fosse alla presidenza della propria azienda e non come se si stesse dirigendo quella di qualcun altro. È una sensibilità che va al di là della managerialità. Mi auguro che le scelte vengano fatte su un Cda che abbia voglia di dare prima che di chiedere».













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