Comune Unico, nel Gruppo c’è Betta 

Si è costituita la realtà che punta all’unione amministrativa delll’Alto Garda: «Dobbiamo coinvolgere i cittadini»



ALTO GARDA. Dopo alcuni incontri informali, si è costituito ufficialmente il 14 giugno il Gruppo Comune Unico dell’Alto Garda, una realtà formata da “normali” cittadini, alcuni consiglieri comunali (tutti provenienti dalle minoranze dei consigli dell’Alto Garda) e un nome di peso come quello del sindaco di Arco, Alessandro Betta. Del gruppo fanno parte anche Alvaro Tavernini (M5S di Dro), Franca Bazzanella (gruppo misto di Riva), Stefano Santorum (Oltre Forza Italia di Riva), Giovanni Rullo(gruppo misto di Arco), Flavio Prada (gruppo misto di Riva), Eraldo Tonelli e Johnny Perugini (Partecipiamo per Nago Torbole).

Il nome stesso del gruppo evoca l’obiettivo finale, ovvero arrivare – attraverso un referendum – ad una realtà amministrativa unica, quasi coincidente (Ledro per ora non è coinvolta) con l’attuale comunità di valle. Più realisticamente («vogliamo fare i passi lunghi come la gamba», precisa Alvaro Taverini), per ora si punta alla sensibilizzazione ed al coinvolgimento trasversale di quante più persone in un progetto di ampio respiro, che punti a cucire le forze espresse dai sei comuni altogardesani. «Qualcuno sa dire oggi dove finisce Riva e dove inizia Arco? - ha detto Franca Bazzanella – ci sono motivazioni economiche, sinergie amministrative che spingono ad un progetto di comune unico. Non ci diamo tempistiche: importante, in questo momento, è coinvolgere i cittadini».

Di comune unico, o comunque di una fusione Riva-Arco, se ne discute da decenni, in modo per altro fumoso. In val di Ledro il progetto di unione – il primo in Trentino – si è concluso anni fa, mentre si attendono gli sviluppi sull’asse Dro-Drena: il primo referendum ha fatto flop per il mancato raggiungimento del quorum a Dro, il secondo dovrebbe essere programmato dopo le elezioni provinciali.

Farà certamente discutere (e il diretto interessato ne è consapevole) la presenza nel Gruppo di Betta: «Ho accettato di far parte di questa esperienza chiarendo da subito una cosa: questo gruppo non deve diventare un punto di attacco verso qualcuno, ma un luogo di riflessione e di discussione. Dobbiamo abbandonare la logica del “noi” e del “voi” per poter ragionare su ciò che ci unisce, per capire, pensando al futuro dell’Alto Garda, quali sono i vantaggi di una possibile unione. Spesso ci troviamo divisi, facendo per altro un favore ai tavoli della politica trentina». «Ci sono già delle belle realtà come Gestel o Ags. Ma ci sono anche tanti punti sui quali si dovrebbero trovare delle convergenze: penso alla piscina o al teatro. Per non parlare dei rifiuti o dei parcheggi: perché non ci può essere un giorno una tessera unica di Apm valida su tutto il territorio?». (g.f.p.)

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