Arco, il mondiale per Marchi 

Il ricordo. Primo evento senza il patron dell’arrampicata sportiva: in sua memoria anche un secondo libro sulla storia del fenomeno sportivo ed economico. Morandini: «Serve un nuovo slancio: il tetto per lo Stadium, parcheggi, servizi»


Gianluca Marcolini


Arco. La prima volta senza Albino Marchi. Rock Master si appresta a dare forma e sostanza alla prima manifestazione senza il suo patron, presidente e fondatore, scomparso lo scorso 12 febbraio, vinto da un male terribile che ha privato la comunità arcense di un protagonista assoluto dell’ultimo trentennio di vita sociale, politica e sportiva. A Marchi, in particolare, si deve la lungimiranza e la perseveranza che hanno permesso di trasformare Arco nella capitale sportiva e turistica del climbing.

Il mondiale giovanile

A fine agosto prenderà il via il campionato mondiale giovanile, l’evento fortemente voluto dal compianto patron e dunque a lui dedicato dagli amici che stanno portando avanti la sua opera, in primis l’amico fraterno Mario Morandini, già sindaco di Arco e ingegnere, fra i “visionari” che trent’anni fa decisero di scommettere su questo sport. L’appuntamento dei mondiali giovanili porterà a conclusione la prima fase della riorganizzazione resasi necessaria dopo la scomparsa di Marchi e che dovrà sancire il passaggio di testimone con il presidente del futuro. Che non sarà Morandini: «Serve una nuova fase, con attori nuovi e un progetto di sviluppo nuovo», spiega l’attuale punto di riferimento del comitato organizzatore, il presidente (pro tempore) della Ssd Arrampicata Sportiva che dà vita al Rock Master. Al suo fianco, Morandini ha lo storico braccio destro di Marchi, il direttore sportivo Angelo Seneci, ma anche l’inesauribile Daniela Comperini, il figlio di Albino, Daniele, Floriano Taliento e Stefano Tamburini, albergatore, già presidente di Amsa ed ex consigliere comunale, nome su cui poter investire in ottica futura.

Arco come Zermatt

«Serve un piano di sviluppo che riprenda la spinta che ha dato avvio a tutto questo, più di trent’anni fa», ha spiegato Morandini durante l’incontro che si è svolto al ristorante della piscina di Prabi. «Servono nuovi investimenti, un’idea potrebbe essere la copertura dello stadio di arrampicata – ha spiegato il presidente – ma soprattutto serve una presa di coscienza da parte degli attori in campo, a incominciare dall’ente pubblico». «La copertura è una possibilità, anche se tecnicamente non facile da attuare, mentre sono contrario a nuove strutture indoor che necessitano di un bacino d’utenza stabile più grande», ha sottolineato Angelo Seneci, per il quale occorre mantenere alto il livello dell’offerta turistica legata all’outdoor: «Bisogna puntare sulla qualità, anche a discapito della quantità, e offrire servizi nuovi, incrementati e migliorati. I parcheggi sono un’esigenza, soprattutto quelli di attestamento. Il modello deve essere quello di Zermatt, anche se nessuno pensa alla chiusura totale del traffico. E vanno valorizzate le nostre pareti naturali, su roccia. Il futuro è lì».

Il libro tributo

Entro fine anno si vuole mandare in stampa il nuovo capitolo del libro sulla storia dell’arrampicata ad Arco. «Vogliamo raccontare in particolare l’ultimo decennio, quello maggiormente legato alla figura di Albino Marchi. Sarà il nostro modo di raccontare ciò che ha fatto e ciò che è stato per noi e per tutta Arco», le parole di Morandini.

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