Arco, Betta “sponsorizza” tre referendum 

Il sindaco punta a chiedere il parere dei cittadini su ex Quisisana, Comune unico e via della Cinta



ARCO. Il referendum consultivo, si sa, è uno strumento dalla modesta efficacia giuridica, ma dalla straordinaria potenzialità politica. Serve esclusivamente a raccogliere intorno a proposte e progetti l’opinione della maggior parte delle persone che escono allo scoperto con il loro parere e per giustificare poi le decisioni che chi di dovere decide di assumere. Ecco perché sta prendendo sempre più corpo l’idea di promuovere non uno, ma tre referendum fra i residenti di Arco, che il sindaco Betta vuole chiamare a esprimersi su altrettante questioni a rischio di diventare spinose, se abbandonate a sé stesse, nel breve volgere di qualche mese.

Del destino ultimo del Quisisana si è già abbondantemente detto: a chiacchiere non c’è nessuno che sottoscriverebbe il suo abbattimento, ma poi bisogna fare i conti con una realtà più prosaica, nella quale serve trovare risorse non indifferenti per ristrutturare e tenere in piedi l’intero compendio. «In realtà un referendum sul Quisisana – spiega Betta – potrebbe coinvolgere le più ampie problematiche legate al parcheggio e all’auditorium che si sta realizzando nelle sue pertinenze: una volta che saremo stati capaci di raccogliere l’opinione dei cittadini, potremo fare delle scelte più che giustificate. Perché ora stiamo investendo risorse per mantenere in vita quella costruzione, ma nel concreto vogliamo davvero spendere del denaro solo per evitare che crolli da sola?».

Ma agli arcensi si vuole anche chiedere la loro opinione sull’ipotesi di modificare il senso di marcia in via della Cinta creando un senso unico, in modo da poterla riqualificare e trasformarla in un elegante viale di passeggio a due passi dalla Sarca. Gli arcensi saranno però d’accordo a realizzare questo ambizioso progetto, che dovrebbe poi coinvolgere pure la pista ciclopedonale a sbalzo sul fiume e le due passerelle progettate sul ponte? «Non c’è strumento migliore del referendum – commenta il sindaco – che permetterebbe di azzerare le chiacchiere inutili e ragionare partendo da certezze più consolidate».

Il terzo quesito dovrebbe infine riguardare l’annosa questione dell’accorpamento fra il Comune di Arco e quello di Riva: «Dialogare con Trento rappresentando il terzo Comune della provincia – conclude Betta – inciderebbe molto più efficacemente sulle decisioni finali rispetto ad oggi. Un Comune unico permetterebbe enormi risparmi e una gestione più snella ed efficiente dei servizi. Eppure per mere faccende di campanile, siamo ancora qui all’inizio del terzo millennio a chiederci se una fusione potrebbe essere positiva o negativa. Chiediamolo direttamente ai cittadini e poi lavoriamo per assecondare il loro giudizio». (g.r.)













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