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Anche Dro sostiene il ritorno dell’educazione civica a scuola

DRO. Reintrodurre l’educazione civica a scuola, con tanto di voto. La proposta, che parte da Firenze, ha raggiunto in questi giorni anche Dro. A portarla avanti la presidente del Consiglio, Ginetta...



DRO. Reintrodurre l’educazione civica a scuola, con tanto di voto. La proposta, che parte da Firenze, ha raggiunto in questi giorni anche Dro. A portarla avanti la presidente del Consiglio, Ginetta Santoni, che ne sottolinea la necessità: «Negli istituti scolastici si assiste da anni a un progressivo indebolirsi del senso di responsabilità e del rispetto reciproco - dice - È pertanto fondamentale insegnare ai ragazzi, nelle scuole di ogni ordine e grado, le regole principali per una cittadinanza consapevole e, soprattutto, renderli cittadini attivi nei confronti delle istituzioni, sentendosi così da esse accolti e ascoltati. Non possiamo infatti pretendere che regole di comportamento scontate per gli adulti, lo siano altrettanto per loro, se non vengono insegnate. Non possiamo puntare il dito verso azioni irresponsabili, se non li educhiamo attraverso un’informazione puntuale». L’iniziativa, promossa appunto dal Comune di Firenze, dove lo scorso 20 luglio ha preso il via la procedura di raccolta delle 50mila firme necessarie per consegnare al Parlamento la proposta di legge, è sostenuta da Anci, e mirerebbe a reintrodurre nei curricola scolastici quella che un tempo era l’educazione civica: un’ora settimanale di “educazione alla cittadinanza” da intendere come disciplina autonoma con una propria valutazione. «Gli obbiettivi specifici di apprendimento dovranno necessariamente comprendere lo studio della Costituzione e delle istituzioni dello Stato italiano e dell'Unione Europea, nonché gli elementi fondamentali di diritto, ponendo anche attenzione all’educazione ambientale e digitale - aggiunge ancora Santoni - La necessità di un percorso di questo tipo, del resto, si dimostra oggi ancora più pressante, se poniamo attenzione alla crescita demografica garantita dai cittadini immigrati e ai numerosi nati in Italia di seconda generazione. Da non trascurare poi, lo scollamento delle generazioni più giovani dal senso delle esperienze di guerra e di lotta al nazifascismo che hanno influito sulla storia dell’Italia». La proposta di legge prevedrebbe anche percorsi di formazione adeguati per i docenti.















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