la storia

Ad Arco si è scatenata la caccia ai sassi colorati che regalano un sorriso a chi li trova

L'iniziativa “un sasso per un sorriso” è partita sui social e si è allargata anche nell’Alto Garda. Luisa Zazzalu: “I sassi li dipingo e nascondo in giro per la città, chi li trova se li tiene.  È una forma di condivisione in un momento in cui la condivisione fra esseri umani è un problema”


Gianluca Marcolini


ARCO. Alle volte basta davvero poco per strappare un sorriso e regalare un istante di felicità, soprattutto ai più piccoli, costretti loro malgrado a pagare il prezzo maggiore a una guerra, quella al Covid, che li sta privando dei gesti più semplici e indispensabili, i sorrisi. Per regalare un pizzico di felicità basta anche solamente un sasso colorato, dipinto da mani gentili, scovato senza preavviso in mezzo all’erba, dentro un cespuglio, in un angolo della piazza.

L’iniziativa “Un sasso per un sorriso”, con tanto di hashtag, è nata quasi per caso, sembra in Svizzera, e adesso è approdata anche in Trentino, inizialmente ad Arco ma con l’ottimo proposito di espandersi il più velocemente e largamente possibile. A farsi promotrice è Luisa Zazzalu, artista, pittrice specializzata nel body painting, volontaria del progetto di clown negli ospedali, anima generosa.

“L’idea mi è venuta imbattendomi nella notizia di questo progetto partito in altri luoghi, ho preso la palla al balzo e deciso di dedicare una parte del mio tempo che sono costretta a trascorrere forzatamente a casa, visto che sono una lavoratrice stagionale”, spiega l’arcense. “Mi sono messa così a dipingere alcuni sassi che mi avevano regalato, e che tenevo in casa, vi ho scritto sopra l’hashtag “un sasso per un sorriso” e ho iniziato a posizionarli in giro per la città, senza un ordine preciso, in base alle mie sensazioni del momento, dove pensavo potessero stare meglio”.

Un gesto isolato, il suo, almeno in principio. “Posizionavo i sassi, un po’ nascosti e un po’ no, poi ripassavo e mi accorgevo che erano ancora lì e che nessuno li prendeva; anzi, qualche sasso era persino appoggiato meglio di prima, forse perché scambiato con piccole opere che non andavano toccate”. Invece no, spiega Luisa, è proprio l’opposto: i sassi vanno toccati, raccolti. Lo scopo dell’iniziativa non è certo l’abbellimento di qualche angolo di città.

“I sassi li dipingo e li sparpaglio affinché qualcuno li raccolga e se li porti a casa, come un regalo, il premio di una caccia al tesoro. È una forma originale di condivisione in un momento, come quello che stiamo vivendo, in cui è vietata proprio la condivisione fra essere umani”.

Lo sforzo alla fine è stato compreso: un appello sui social non solo ha permesso di conoscere ai più il progetto “un sasso per un sorriso”, ma ha anche scatenato la curiosità di molti, in particolare dei più piccoli. “È iniziata una sorta di gioco – conclude l’arcense – e adesso c’è chi va alla ricerca di questi sassi, gira per la città, almeno finché si può, li scova e se li porta via. E c’è anche chi si è messo a dipingerne altri, partecipando attivamente a questa iniziativa che vuole solamente regalare un momento di spensieratezza e divertimento al prossimo”. Semplicemente un sasso per un sorriso.













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