«Mai come in questi tempi Dio è stato strumentalizzato» 

Ai Verbiti il confronto tra Martinelli (Caritas) e la guida islamica Breigheche «Le diversità sono un’occasione per fare a gara nel realizzare opere buone»


di Severino Bigi


RIVA. Nella serata di martedì scorso, presso la casa dei Missionari Verbiti a Varone, si è tenuto l’incontro sul tema “Quale dialogo per una vera convivenza”, momento iniziale del percorso “Scrutare Orizzonti”, giunto ormai alla settima edizione. Due i relatori invitati per approfondire il tema della serata: Nibras Breigheche, guida religiose islamica e Alessandro Martinelli, referente del servizio diocesano Caritas di Trento e per anni delegato diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso.

Dopo il breve intervento introduttivo di padre Gianfranco Maronese, che ha fatto gli onori di casa, è stata Nibras Breigheche ad aprire la serata citando il Corano: «Se il tuo Signore avesse voluto, avrebbe fatto di tutti gli uomini una sola comunità, invece non smetteranno di essere diversi tra di loro e per questo li ha creati.» «Le diversità tra gli uomini - ha proseguito la relatrice - sono volute dal Signore e vanno sfruttate in una sorta di competizione nella quale gareggiare nel fare opere buone.» È questo invito ad accogliere chi è diverso che, secondo la relatrice, rappresenta il filo conduttore della storia Islamica, dalla Carta di Medina, fino alla presenza musulmana in Sicilia, passando per il Patto di Omar, raggiungendo l’apice nel periodo della cosiddetta Convivencia in Andalusia, quando musulmani, ebrei e cristiani vissero pacificamente per alcuni secoli.

L’intervento di Alessandro Martinelli è partito da una citazione di San Paolo: «Da un solo uomo Dio ha fatto discendere tutti i popoli, (…) ha fatto tutto questo perché gli uomini lo cerchino e si sforzino di trovarlo». L’umanità, se la si guarda dal punto di vista cristiano, appare come una realtà variegata in cui, grazie al dialogo, le diversità diventano opportunità per progredire verso Dio. C’è però il serio rischio che questa opportunità sfumi se l’approccio alla ricerca di Dio segue vie integraliste. Martinelli ha poi provato a spiegare come mai le parole dialogo e religione oggigiorno sembrano non andare più d’accordo: «Mai come in questi tempi Dio è stato strumentalizzato, cercando di tirarlo dalla propria parte.» A giudizio del rappresentante della Caritas trentina, la salvezza rispetto a questo rischio sta in alcune parole chiave: l’ascolto che scaturisce dal silenzio interiore, un nuovo linguaggio capace di includere e non di escludere, la formazione senza la quale si rischia di essere vittime delle banalizzazioni delle religioni, oggi tanto diffuse, ed infine la valorizzazione di esperienze che mettono le fedi in dialogo.

Soddisfatto della serata padre Maronese, coordinatore del Gruppo Dialogo: «Di anno in anno sempre più persone partecipano alle nostre serate, segno che le tematiche religiose toccate, assumono sempre più valore sociale e culturale.»













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