La lezione di Gennaro, per la pace e la fratellanza

arco. Mercoledì sera al Centro Giovani Cantiere 26, nell’ambito della sesta “Settimana dell’Accoglienza”. è stato proiettato il docu-film “La febbre di Gennaro”. Era presente il protagonista Gennaro...


Romano Turrini


arco. Mercoledì sera al Centro Giovani Cantiere 26, nell’ambito della sesta “Settimana dell’Accoglienza”. è stato proiettato il docu-film “La febbre di Gennaro”. Era presente il protagonista Gennaro Giudetti e, in collegamento da remoto, è intervenuto il regista Daniele Cini. L’evento, organizzato dalla Biblioteca Civica di Arco, dalla cooperativa Arcobaleno e dalla Caritas locale, è stato possibile grazie alla collaborazione della Fondazione Demarchi di Trento, che era rappresentata dal presidente prof. Piergiorgio Reggio e dal bibliotecario Rolando Iiriti.

Il docu-film, che è un collage di filmati d’archivio e di riprese programmate, racconta delle varie esperienze vissute da Gennaro, un giovane di Taranto, in diversi luoghi del mondo dove erano in atto conflitti, come volontario dell’operazione Colomba. Lo abbiamo visto nei villaggi di contadini della Colombia minacciati da soldati di formazioni paramilitari, in Palestina a proteggere i bambini che avevano il diritto di recarsi a scuola superando l’ostilità dei coloni israeliani, nei campi di profughi siriani in Libano ad organizzare corridoi umanitari. Ma i passaggi più coinvolgenti sono state le riprese durante un salvataggio di profughi nel Mediterraneo con gli operatori della nave Sea Watch. Occorreva salvare più vite umane e, purtroppo per qualche naufrago questo non è stato possibile.

Infine Gennaro ha operato con Medici senza Frontiere in Lombardia, in ospedali dove erano ricoverati i colpiti dal Covid 19. Il suo ricordo è stato anche per Taranto, sua città, con i fumi e le polveri dell’ex Ilva che fanno ogni anno tante, troppe vittime.

Durante il dibattito, seguito alla proiezione del docufilm, è emersa chiaramente la personalità di Gennaro, giovane generoso che ha voluto dare un senso alla propria vita. La sua è principalmente una vocazione umanitaria, che va al di là di intenti politici, come testimone esterno in vicende conflittuali, per raccontare quello che in molte zone del mondo sta accadendo. La sua è una presenza di pace, pedagogica, che mette avanti a tutto la legalità, il diritto di esistere.

E tutto questo Gennaro lo ha fatto e lo farà con la serenità di chi crede in valori come la pace, la fratellanza fra i popoli, la solidarietà. É stata citata, nel dibattito, la leggenda del colibrì che con il suo sbattere di ali colme di acqua cercava di spegnere l’incendio della foresta, nella perplessità ironica dei grandi animali. Ma poi il suo esempio è stato seguito da altri animali finché l’incendio si è definitivamente spento. Così l’esempio di Gennaro e di tanti volontari, che mettono a rischio anche la propria vita, ci si augura sia “semente” per altri giovani e per tutti noi, perché facciamo ognuno, responsabilmente, la propria parte e le proprie scelte per un mondo giusto, solidale e migliore. É quello che si sono augurati i tanti partecipanti al dibattito, che hanno avvertito però la scarsa presenza di giovani all’evento.

I presenti in sala sono stati colpiti dalla grande maturità, lucidità e dal senso di responsabilità di Gennaro che ha affrontato, giovane, esperienze impegnative e spesso drammatiche, non con spirito di avventura ma con la consapevolezza di dover difendere gli oppressi dalle ingiustizie.

L’eccezionalità di quanto vissuto da Gennaro è stata sottolineata anche dal regista Daniele Cini che ha dedicato tre anni alla lavorazione del docufilm, particolarmente impegnativa in considerazione dei continui spostamenti e viaggi del protagonista. Il regista, la cui madre era di Riva del Garda, ha illustrato anche quali saranno le sue realizzazioni future, sempre dedicate alle persone che raccontano di se stesse o a situazioni e enti di solidarietà sociale.

Ora, per circa un mese, Gennaro sarà presente alla proiezione del docufilm nelle scuole e in altre realtà sociali e culturali; poi l’università per un corso di laurea per mediatore in conflitti, in cui lui figurerà da studente, ma crediamo anche, viste le sue esperienze, da docente. Non trascurerà però il suo impegno di volontariato umanitario. Il pubblico lo ha salutato con tanti applausi, cordiali e sinceri; ci si è dati inoltre appuntamento alla prossima edizione della “Settimana della Solidarietà”, sperando senza mascherina e distanziamento sociale.















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