Illeciti all’Offroadpark, sei persone denunciate 

Indagine della Forestale di Riva. Nei guai il titolare, la socia e i proprietari dei terreni della pista di Pietramurata. Contestati danno ambientale, danno paesaggistico e abuso edilizio



Dro. Abuso edilizio, danno ambientale e danno paesaggistico. Sono queste le contestazioni dalle quali dovrà difendersi Umberto Trentini, titolare dell’Offroad Park di Pietramurata, la pista aperta alcuni anni fa a fianco del crossodromo al Ciclamino (quest’ultimo totalmente estraneo alla vicenda) e dedicata alla pratica del trial e dell’enduro, sede di numerose, importanti gare internazionali. Con Trentini sono stati denunciati a piede libero alla Procura di Rovereto anche la socia e i quattro proprietari dei terreni che il titolare della società ha preso in affitto per mettere in piedi l’attività. L’indagine è stata svolta dalla stazione forestale di Riva del Garda, coordinata dal comandante Ezio Berteotti.

Su una parte del terreno dove oggi si trova la pista, un tempo c’era un piccolo campo da golf. Su questo terreno (nel Prg destinato ad area sportiva) è sorta la pista da trial e da enduro, che però si è dovuta allargare per motivi di spazio nelle vicine aree boschive. Il titolare ha ricevuto l’autorizzazione dalla stazione Forestale di Riva, ma con l’aggiunta di una serie di prescrizioni che – secondo la stessa Forestale – sono sempre state disattese. Nel corso del tempo ci sono stati numerosi controlli da parte dei forestali, che hanno evidenziato una serie di problemi che costituirebbero illeciti. Ad esempio, la pista è priva di recinzioni e secondo quanto appurato in più occasioni dagli inquirenti, le moto da trial supererebbero continuamente i confini dell’area dedicata, rovinando di conseguenza i terreni circostanti. Un’altra contestazione riguarda le installazioni realizzate per effettuare le prove speciali. Si tratta di installazioni che non hanno ricevuto alcuna autorizzazione né dal Comune e neppure sul piano paesaggistico. Da qui la contestazione di abuso edilizio e di danno paesaggistico.

Nei guai, come detto, sono finiti il titolare della società e la socia. Ma dovranno rispondere alle contestazioni pure i proprietari dei terreni, questo anche nel caso (probabile) che siano all’oscuro di quanto è stato realizzato sui terreni. Ora il fascicolo è sui tavoli della Procura di Rovereto per le opportune valutazioni.

In passato anche il consigliere provinciale Claudio Cia, dai banchi dell’opposizione, si era occupato dell’Offroadpark, chiedendo conto del progetto e delle relative autorizzazioni, anche alla luce delle segnalazioni dei residenti. All’epoca l’assessore Michele Dallapiccola (siamo nel gennaio dello scorso anno) aveva risposto con parole rassicuranti, sottolineando che tutto era perfettamente in regola. Sempre nella risposta di Dallapiccola, si sottolineava che il progetto prevedeva una recinzione. G.F.P.

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