Il contratto d’oro era una truffa 

Una donna aveva lasciato il posto fisso per il nuovo lavoro. Condannati in cinque



ARCO. Un ricco stipendio, un appartamento pagato, l’auto di servizio, la scuola per la figlia e persino del personale addetto alla sicurezza. Insomma, un contratto da favola, l’occasione della vita, la svolta che molti attendono e che per una donna di 55 anni, di origine tedesca ma residente ad Arco, era arrivata addirittura dal Ministero degli Interni. Ad un certo punto però l’occasione d’oro è diventata una situazione a tinte fosche e piena di situazioni dubbie se non losche. Al punto da spingere la donna dopo essersi consultata con un avvocato, a fare dietro front. Peccato però che nel frattempo si fosse licenziata dal lavoro in Busa (era dipendente presso un negozio della Busa). Così la signora (rappresentata dall’avvocato Franca Azzolini) ha deciso di denunciare per truffa e falso le cinque persone che l’avevano coinvolta in un progetto che ancora oggi è tutt’altro che chiaro e ieri si è svolto a Rovereto il processo ai danni di una dei cinque, Susanna Saccone, 43 anni, di Torino.

Tutto è iniziato nell’agosto del 2015, quando la donna ha partecipato ad un meeting sulle vendite multilevel. Qui incontra le persone che poi le propongono l’occasione della vita: lavorare come interprete per il Ministero degli Interni nell’ambito di indagini fiscali in Svizzera. In buona sostanza la donna, perfettamente bilingue, avrebbe dovuto tenere i rapporti con le banche elvetiche. La donna accetta: si licenzia e si trasferisce a Roma (questo faceva parte dell’accordo) in un residence messo a disposizione dal datore di lavoro. La convincono anche a vendere la sua auto, perché per il nuovo ruolo le vogliono mettere a disposizione una lussuosissima Mercedes. Tutto sembra perfetto. Ad un certo punto arriva però una situazione spiazzante: le fanno un bonifico di 400mila euro come anticipo per otto anni di lavoro. Strano, troppo strano: la donna decide di non incassare i soldi e di lasciare il lavoro. Le cinque persone che l’avevano coinvolta nel progetto spariscono e a lei resta il conto del residence da pagare e un danno di 1.200 euro per una serie di spese anticipate. Da una successiva verifica, il contratto del Ministero degli Interni (con tanto di firma dell’ex ministro Cancellieri) si rivela una patacca. E qui inizia la vicenda giudiziaria che ha già portato in passato alla condanna di quattro persone per falso e truffa. Ieri Susanna Saccone è stata condannata per la sola truffa ad un anno e 6 mesi di reclusione, oltre ad una multa di 700 euro.















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