Drena, nel 2016 nozze «vietate»: nessun matrimonio

DRENA. Dovendo scegliere una sola parola per definire l’andamento demografico del Comune di Drena nel corso dell’anno appena concluso, la scelta ricadrebbe su “stabilità”. Rimane fisso sotto i 600...



DRENA. Dovendo scegliere una sola parola per definire l’andamento demografico del Comune di Drena nel corso dell’anno appena concluso, la scelta ricadrebbe su “stabilità”. Rimane fisso sotto i 600 abitanti, infatti, il numero di residenti, anche grazie ai movimenti migratori in entrata, mentre unioni e dispute coniugali sono del tutto assenti.

Quasi invariato, pertanto, il totale degli abitanti che, dal 31 dicembre del 2016 alla stessa data del 2017, passa da 572 a 574 unità. Benché il saldo naturale risulti negativo, assestandosi a quota -4, a causa dei 10 morti contro 6 nati, la perdita viene infatti rapidamente controbilanciata dal saldo migratorio, che si chiude positivamente con +6. A fronte dei 17 drenesi che hanno scelto di lasciare il più piccolo Comune della Comunità dell’Alto Garda e Ledro, dunque, ben 23 hanno al contrario trasferito sul territorio ai piedi del castello la loro residenza.

Aumentano, invece, in proporzione, le “quote rosa” tra i cittadini: sono 4 le bambine portate nel corso dell’anno dalla cicogna, contro 2 soli maschietti, mentre le immigrate di sesso femminile sono ben 14, contro 9 nuovi residenti maschi provenienti da altri comuni o province italiani e dall’estero. Fattori, questi, che permettono alla cifra complessiva di femmine di salire a 296, arrivando a rappresentare il 51,6% dei residenti di Drena (quindi l’1% in più rispetto all’anno appena trascorso).

Stabile, a Drena, anche la situazione sul fronte dei legami matrimoniali: nessuna coppia ha scelto di compiere il grande passo e celebrare le nozze – né con rito civile, né con rito religioso - nei dodici mesi appena trascorsi, ma, dall’altro lato, non si registrano neppure separazioni o divorzi.

Corrispondono al 6% della popolazione drenese, infine, i residenti stranieri: fra i 35 iscritti all’anagrafe, provenienti complessivamente da 15 nazionalità differenti, sono romeni e ucraini i più numerosi, rispettivamente con 10 e 4 rappresentanti ciascuno.

(k.d.e.)

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