«Dai Queen a Joan Baez, quando cucinavo per le star» 

L’album dei ricordi. Carmine Angelone, irpino di nascita e rivano d’adozione, ha ospitato per anni nel suo ristorante in Germania il gotha della musica: «Suonavano a Francoforte, poi venivano a mangiare da me nel cuore della notte»


Gianfranco Piccoli


riva. Jethro Tull, Queen, Scorpions, Joan Baez… L’album dei ricordi di Carmine Angelone è un librone pieno di ritagli di giornale ormai ingialliti. Ritagli che Carmine conserva gelosamente e che ha voluto nuovamente sfogliare dopo il successo di Bohemian Rapsody, il film campione di incassi che racconta il mito dei Queen e del suo leader, Freddy Mercury. Carmine sorride, perché lui i Queen – e tante altre superstar della musica internazionale - li ha avuti come clienti nel suo ristorante (chiuso da tempo) di Bad Homburg, cittadina a pochi chilometri da Francoforte. In verità, tra le figurine ci sono tanti altri personaggi, ad esempio l’ex fuoriclasse del calcio Felix Magath, o il campione di casa nostra Francesco Moser.

Oggi Angelone, 65 anni, ad un passo ormai dalla pensione, fa il battitore o, se preferite, il “buttadentro”. Ovvero se ne sta tutto il giorno all’ingresso della pizzeria Riva Mia ad invitare i turisti, con una cortesia d’altri tempi e la stessa passione di quando serviva le star dello musica, ad entrare nel locale. Origini irpine (è nato a Lioni), Angelone è ormai rivano d’adozione, un volto noto in tutto il centro cittadino.

«In Germania mi ha mandato il terremoto in Irpinia del 23 novembre 1980 - racconta Carmine – lavoravo in sala in un ristorante. Ma ristoratore lo sono diventato per caso per “colpa” di mamma Angela. Lei a volte preparava da mangiare per il personale. Era bravissima e così decidemmo di aprire un locale tutto nostro, cui abbiamo dato il nome “La mamma”. Era un ristorante particolare: ci lavoravamo solo io e mia madre e non potevamo cucinare per più di 15 persone per volta. Per questo tenevamo le porte chiuse ». Ma a portare tra i tavoli del ristoratore irpino il fior fiore della musicale internazionale dell’epoca è stata la passione per le note che Carmine aveva coltivato sin da giovanissimo quando frequentava la scuola dei francescani (“Volevo farmi prete”) in provincia di Benevento. Lui stesso ha pubblicato un 45 giri, “Angelo”, che ancora oggi si può trovare a pochi euro nei siti specializzati in vinile.

Dall’incontro con Fritz Rau, famosissimo produttore musicale tedesco, scomparso nel 2013, nasce il rapporto che porterà poi le star nel ristorante di Carmine: «Bussò alla porta del ristorante, ma mia madre disse che non c’era più nulla da mangiare. Rau, che non conoscevo, iniziò ad insistere, sino a quando non mi convinse ad entrare. Gli servimmo lambrusco, caciocavallo e peperoni. Fu entusiasta». Al punto da proporre a Carmine, dopo essersi presentato per quello che era (un famoso produttore musicale appunto), di cucinare per le star dello spettacolo reduci dai concerti alla Festhalle di Francoforte. Con un piccolo dettaglio: le cene sarebbero state servite dalle 2 del mattino in poi. Carmine, vista la sua passione per la musica, accettò con entusiasmo. Ed iniziò così a collezionare ospiti con nomi da fra rabbrividire qualsiasi appassionato. Ad ogni cena, una foto che raccontava di quegli straordinari incontri. Tra i clienti anche Michael Cretu, artista romeno naturalizzato tedesco, promotore negli anni Novanta del progetto musicale Enigma (“Return of Innocent” il brano più famoso). Un progetto che sposò i canti sacri gregoriani con la musica elettronica. Potete crederci o no, ma Carmine Angelone assicura che quell’intuizione fu sua: “Avevo studiato canto gregoriano dai frati, fui io a suggerire questo matrimonio musicale a Cretu, anche se oggi non mi viene riconosciuto”. Questa la versione di Carmine. Al quale di certo resta una cosa: quell’album di foto con le star da far invidia. Quello non glielo leva nessuno.













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