Botti di Capodanno, scatta il pugno di ferro 

Task force di amministrazioni e forze dell’ordine: opuscoli informativi e controlli più severi



ALTO GARDA. Parte da una tempestiva e capillare informazione, quest’anno, la “lotta” ai botti di Capodanno. Riunitisi ieri mattina, i rappresentanti dei Comuni altogardesani, il capitano dei Carabinieri Marcello Capodiferro, il tenente della Guardia di Finanza Elena D’Onofrio e l’ispettore Fabrizio Demartin hanno concordato una prima serie di azioni informative, rivolte in particolar modo ai minori, il cui scopo sarà quello di, come ha dichiarato D’Onofrio, «evitare di arrivare a quelle conseguenze irreversibili, in particolare le lesioni che le esplosioni di petardi e fuochi d’artificio portano con sé».

Per queste festività, dunque, il largo uso di botti che accompagna tradizionalmente le feste vedrà una più chiara informativa, ma anche una maggiore intensificazione dei controlli per quanto riguarda la vendita. Ribadito il divieto di utilizzo dei prodotti di categoria F1 (le stelle filanti e simili) a tutti i minori di 14 anni, ma anche e soprattutto una particolare attenzione ai fuochi artificiali rientranti nella categoria F2: «Sono quelli comunemente più utilizzati dai ragazzi, dal Mini Cicciolo, al Raudo, al Magnum, e sono tutti vietati ai minori di 18 anni, sia nell’uso che nella cessione - ha continuato il comandante della Guardia di Finanza - abbiamo pertanto voluto creare opuscoli che chiarissero le disposizioni di legge, comprese le sanzioni in cui si incorre nel vendere questi prodotti ai minorenni, che vanno da un minimo di 20mila ad un massimo di 200mila euro». Primo passo per una maggiore prevenzione sarà quindi, nei prossimi giorni, ha proseguito Demartin, «mettere a conoscenza tutti i rivenditori della zona di queste norme. Seguiranno poi, controlli intensivi». Oltre che nei negozi, le nuove locandine informative saranno esposte nei Comuni e nelle scuole. «Ulteriore attenzione si potrebbe riporre nelle società sportive e nelle associazioni del territorio, a cui i giovani fanno riferimento» - ha suggerito il presidente della Comunità di Valle Mauro Malfer, presente insieme ai sindaci di Arco Alessandro Betta, di Drena Tarcisio Michelotti, di Nago-Torbole Gianni Morandi, nonché agli assessori di Riva Alessio Zanoni e di Dro Giovanni Ferrari. «Oltre ai rischi personali per i ragazzi che usano fuochi d’artificio e petardi, dobbiamo tenere conto di altri problemi, dalla vicinanza con le persone, che potrebbero rimanere coinvolte dall’esplosione, a quella con gli animali, che spesso si impauriscono per il forte rumore - ha spiegato Demartin - fattori normati dai diversi regolamenti comunali». E proprio su questo punto, Betta ha voluto spezzare una lancia a favore di una maggiore collaborazione: «Abbiamo fatto un primo passo per un lavoro congiunto, ora proviamo a rendere tutto ulteriormente chiaro e semplice, dando vita a una sola normativa per tutte le amministrazioni». (k.d.e)













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