Arco, teatro e caserma indaga la Corte dei conti 

All’attenzione della procura gli incarichi affidati dal Comune a professioni esterni  Betta: «Sono sereno, il nostro ufficio tecnico ha sempre fatto tutto il possibile»



ARCO. Gli incarichi esterni affidati dal Comune di Arco per la progettazione della nuova caserma dei carabinieri e per una serie di valutazioni tecniche legate alla riapertura del cantiere del teatro ex Quisisana, sono al centro di un fascicolo aperto dalla procura della Corte dei conti. La Corte dei conti ha già acquisito gli incartamenti e, in buona sostanza, vuole accertare che gli incarichi affidati all’esterno (si tratta di determine, quindi ne rispondono i dipendenti che le hanno firmate) non potessero essere eseguiti, con risparmi per le casse pubbliche, dalle strutture interne del Comune. Un funzionario comunale che ha seguito le pratiche è già stato convocato a Trento per essere sentito. Si tratta, va detto, di un’inchiesta ancora in fase embrionale e l’eventuale danno erariale è tutto da accertare.

Al centro dell’attenzione della magistratura contabile c’è in particolare l’affidamento all’architetto Claudio Salizzoni della progettazione preliminare e definitiva (per un importo di lordo di 46.019 euro) della ristrutturazione e ampliamento della caserma dei carabinieri di Arco, in via Nas. La determinazione del 16 aprile scorso porta la firme della dirigente dell’area tecnica Bianca Maria Simoncelli. Come sempre accade in questi casi, premessa per l’affidamento è la constatazione che gli uffici comunali non possono occuparsene perché impegnati in altre opere pubbliche (nel caso specifico ciclopedonale del Sarca, acquedotti, palestra della scuola Segantini, marciapiede di via Lomego ed altre opere “minori”)

«È chiaro che situazioni di questo tipo – è il commento del sindaco Alessandro Betta – creano sempre un certo disagio all’interno degli uffici, anche perché resta la sensazione (pur rispettando pienamente il lavoro della Corte dei conti) che all’esterno non sia chiara la complessità della macchina amministrativa, dei carichi di lavoro e di come si debba lavorare con risorse umane al limite: il caso dello sportello tecnico chiuso in questi giorni, è esemplare. Ogni volta che è stato possibile, ci siamo arrangiati con risorse interne, ma questo non è sempre possibile perché gli impegni sono davvero tanti», continua Betta . «Nel merito, per quanto riguarda la caserma dei carabinieri – aggiunge il sindaco - posso dire che ci è stato chiesto esplicitamente dall’Arma, per la funzione stessa dell’edificio, di rivolgerci ad un professionista che avesse già esperienza con strutture di questo tipo. Non potevano di certo occuparsene i nostri uffici». «Sono tranquillo – conclude Betta - perché ritengo che si sia agito per il bene comune».

(g.f.p.)

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