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Alto Adige: mette all’asta il dipinto ma arrivano i carabinieri: era rubato

Si tratta del dipinto “Donna distesa” di Fiume dal valore di 24 mila euro sparito da Parma. Il tentativo di vendita da parte di un altoatesino



BOLZANO. Il dipinto “Donna distesa”, realizzato nel 1968 dal poliedrico artista siciliano Salvatore Fiume (Comiso, 1915 - Milano, 1997) è stato restituito dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale (Tpc) di Udine alla legittima proprietaria, un’esercente di settore in pensione.

L’opera su masonite, delle dimensioni di 85x130 cm, del valore di 24.000 euro, era stata rubata in una galleria d’arte (oggi cessata) di Colorno (Parma) da ignoti nel 1993.

I Carabinieri hanno individuato la proposta di vendita del dipinto nel corso del quotidiano monitoraggio del web finalizzato alla ricerca di beni rubati, da parte di un esercizio commerciale di settore della provincia di Bolzano, che lo aveva posto a un’asta pubblicizzata anche attraverso il canale telematico, per conto terzi.

Le verifiche condotte attraverso la consultazione della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il più grande database al mondo di opere d’arte rubate gestito dal Comando Tpc, hanno consentito di accertare la probabile corrispondenza dell’opera, per la descrizione del soggetto, delle dimensioni e dell’anno di realizzazione, con quella oggetto di furto.

Tuttavia, in assenza di fotografie, vi era l’assoluta necessità di effettuare ulteriori verifiche. Immediati accertamenti condotti con la Fondazione Salvatore Fiume, costituita nel 2003 a Canzo, in provincia di Como, nell’ex filanda che fu studio e abitazione dell’artista dal 1946 al 1997, grazie anche alla collaborazione della Stazione Carabinieri di Colorno, hanno consentito di ottenere il formale riconoscimento del dipinto da parte della denunciante del furto dell’epoca.

Sebbene la vendita all’incanto non fosse andata a buon fine, per scongiurare qualsiasi ipotesi di ulteriore cessione del bene anche attraverso altri canali di vendita, i militari del Nucleo Tpc di Udine hanno sequestrato d’iniziativa il dipinto.

La Procura della Repubblica di Bolzano ha convalidato la misura cautelare adottata sull’opera e ne ha disposto la restituzione alla legittima proprietaria.

Successivi accertamenti disposti dall’Autorità Giudiziaria ed eseguiti in collaborazione con la Stazione Carabinieri di San Polo d’Enza e i Nuclei TPC di Monza e Venezia, hanno confermato l’ipotesi investigativa iniziale e chiarito che la persona ritratta nel dipinto sequestrato era la moglie dello scrittore, poeta e critico d’arte Raffaele Carrieri (1905-1984), i cui eredi avevano venduto l’opera, acquistata dalla proprietaria nei primi anni Novanta.













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