L'editoriale

Ma Fugatti la pensa come Failoni?

La proposta di riforma delle Apt secondo il "neo centralismo trentino". Il disegno dell'asseessore al turismo, con accorpamenti e accentramento decisionale,  penalizza i territori e contraddice la grande campagna di Fugatti contro lo spopolamento della montagna


Paolo Mantovan


Non so se l’avete notato, ma io ho l’impressione (che mi viene confermata anche da alcuni esperti) che questa riforma del turismo, annunciata dall’assessore Roberto Failoni e costruita a colpi di accorpamenti, sia il frutto del “nuovo centralismo trentino” che avanza. Fateci caso. Pensate a come è cambiato il sistema delle Casse rurali: un’unica banca (il gruppo bancario Ccb) con una piccola serie di casse rurali fuse tra loro. E ora guardiamo alle Apt. La stessa cosa intende fare l’assessore Failoni per il turismo: un’unica Apt (il centro decisionale) con una decina di sedi locali. Sì, dev’essere proprio il neo-centralismo trentino. Perché si vuole ridurre il numero delle Apt in base alla quantità delle presenze? Almeno un milione, dice Failoni. Perché? Per il potere di pochi? Perché mai non dobbiamo più coltivare la differenza, ma l’omologazione? Per risparmiare e razionalizzare, dice Failoni. Davvero? Risparmiare sui territori meno avvantaggiati? Facendo così si dà di più a chi prende di più e si ammazza chi fa fatica. Ed è il contrario della logica di autogoverno, dell’autonomia, che valorizza tutti i territori e, anzi, dà opportunità a chi è in difficoltà perché riesca a offrire ciò che è, la sua particolarità. E poi cozza con quello che la giunta Fugatti fa e dice di voler fare da quando si è insediata: gli stati generali della montagna, l’ascolto di tutti i territori, il bisogno di dare chances maggiori alle valli in difficoltà, la riapertura del punto nascite a Cavalese, le case gratis a chi va a vivere in periferia e tutte le altre misure contro lo spopolamento della montagna. Ma allora che si fa? Propaganda antispopolamento e poi si “gioca” ad accentrare sul turismo? Mi sembra tutto molto schizofrenico. A meno che ...

A meno che non ci sia alcun progetto dietro, ma tanta confusione. Di sicuro l’assessore Failoni è convinto della bontà della sua riforma, ma appare evidente che è un disegno di accentramento senza senso per una terra come il Trentino che ha estremo bisogno delle sue diversità. Basti pensare al fatto che candidata a scomparire, in base alle tabelle delle presenze sfoderate da Failoni, sarebbe l’Apt della Val di Non. Una vera follia. Pensate se l’Alta Val di Non dovesse allearsi con Pinzolo-Campiglio (la terra dello stesso assessore, peraltro, che è albergatore a Pinzolo - zona forte, mica zona debole). Provate a pensarci: che fine farebbe l’Alta Valle di Non? Quando mai si penserà più a dare respiro alle sue peculiarità? Eppure l’Alta Anaunia ha grandissime potenzialità: pensate all’enogastronomia, al tortel di patate, pensate ai “Pradiei” un altopiano che è una meraviglia, pensate alle ciaspole (una delle parole dei nostri dialetti tra le più famose al mondo). La stessa cosa si potrebbe dire della Polsa e di Brentonico: le mettiamo con Riva? Per restare definitivamente soffocati? Potrei continuare.

Perché accorpare, allora? Venerdì all’incontro con gli operatori della Vallagarina (altra area che verrebbe non solo accorpata, ma addirittura resa spezzatino: un pezzo di qua, l’altro di là...) il direttore di Trentino Marketing, Maurizio Rossini, ha spiegato che “la Vallagarina è cresciuta meno di Trento: significa che ci sono potenzialità. Noi abbiamo bisogno di Apt che non creino altri brand, nessun turista ha in mente la Vallagarina, la Valsugana o un'altra valle. Il prodotto dell'enogastronomia e della cultura ha bisogno di un'organizzazione turistica che tessa una rete di servizi, a questo servono le Apt. A questo dobbiamo guardare, non chiuderci nel nostro territorio, perché in tal caso avremo una crescita lenta. Il salisburghese e Vienna già ci superano nel turismo enogastronomico”. 

Non dobbiamo chiuderci nel nostro territorio, spiegano Rossini-Failoni. Dobbiamo essere efficienti. Sembra proprio lo stesso discorso del gruppo bancario nato dalle rurali. Identico. Si vuole un Trentino efficientista e omologato. Che difende i forti e lascia crepare i deboli. Una idea confermata perfettamente dall’assessore al turismo del Comun General de Fascia, Matteo Iori, che scrive bel bello placido placido: «Non è di certo la nostra Azienda di Promozione Turistica che deve temere questo progetto di riforma, il quale vuole valorizzare le più importanti aree turistiche della nostra Provincia; di sicuro Fassa rientra fra queste». 

Ecco la riforma vuole difendere solo alcune aree. Le più forti, mica quelle deboli eppure potenzialmente interessanti. E vuole centralizzare la regia. Efficientismo puro. Per la crescita. Per la crescita rapida! Che se no Vienna scappa, accidenti. Quindi dobbiamo crescere rapidamente? Ma non volevamo i turisti che cercano il benessere? Non continuiamo a dire che serve sostenibilità per attrarre il turista “ricco”? E gli diamo il modello da pensiero unico omologato “campiglizzato”?

Occorre chiedere a Fugatti se pensa la stessa cosa. Perché se la pensa così vuol dire che andremo avanti con questo modello su tutto. Perché, infatti, non applicare lo stesso modello sulla sanità? Perfetto: via i punti nascita, che dico, via gli ospedali di valle, che non sono efficienti sul piano della sicurezza e dei costi. E le caserme dei vigili del fuoco volontari? Che ce ne facciamo di tutte quelle caserme? Ma lo sapete quanto costano? Centralizziamo, no? Perché, vedete, quando si decide di fare gli efficienti e si vuole crescere a dismisura, si sa dove si comincia ma non si sa dove si arriva.

Se procediamo così, con una riforma che aiuti ancor di più le zone ricche e forti, vorrà dire che i nostri territori saranno pura omologazione senza senso. Allora sì che perderemo l’identità. Allora sì che ci sarà lo spopolamento. 

Bravo Failoni, bel lavoretto!

Chissà Fugatti che ne pensa.

 













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