Al cinema (con i figli) per scoprire le emozioni. Un film da non perdere



insideout

Rabbia, Disgusto, Gioia, Paura e Tristezza: i protagonisti di Inside Out

Da quando abbiamo visto quel cartone animato - tutti assieme - la vita in famiglia è diventata più semplice: ora sappiamo cosa succede nella nostra testa quando siamo tristi o felici. E ci ridiamo sopra.

Pare che questo film l’abbiano visto tutti, grandi e piccoli, tanto che l’altro giorno - al parco pubblico - c’era una ragazzina che scherzava con il padre prendendo a prestito le battute che aveva sentito al cinema.

Ma andiamo con ordine: “Inside Out” è la storia di una ragazzina di 11 anni che alle prese con un traumatico trasloco (come può essere a quell’età un cambio di abitazione e città) si trova a far fronte alle prime prove della vita. La novità è che la storia è raccontata dall’interno della sua testa, dove le emozioni si alternano nella “cabina di comando” alla ricerca della soluzione migliore (cercare l’abbraccio con i genitori o fuggire di casa?) con l’aiuto dei ricordi tristi, felici, talvolta spaventosi, depositati in grande quantità nella memoria a lungo termine.

E’ così che abbiamo fatto la conoscenza di Gioia, Tristezza, Paura, Rabbia e Disgusto che contribuiscono - ognuno secondo la propria competenza - ad aiutarci a vivere in un mondo complicato. Anche la Tristezza, che si rivela (ahimé) indispensabile nei momenti più difficili. La Tristezza, quella da cui fuggiamo, quella da cui proteggiamo con tutte le forze i nostri figli, quella con cui bisogna invece fare i conti perché solo così - guardandola negli occhi, per scoprire che non è poi così spaventosa - solo così possiamo superare la crisi e guardare avanti.

Ci voleva un cartone animato per spiegare le emozioni alle famiglie in un mondo in cui siamo troppo occupati per guardarci dentro. Una cosa - tra il resto - che nessuno ci ha mai insegnato a fare.

Scopriamo così - al cinema, con gli occhi umidi - che fine ha fatto il nostro amico immaginario, quello che tutti abbiamo avuto accanto, anche se ce lo siamo scordato, proprio lui che un giorno si immerse volontariamente nel mare dei ricordi (ecco dov’era finito!) per consentirci di affrontare più leggeri la strada che porta verso il mondo adulto. E se all’uscita del cinema il più piccolo dei vostri figli sentenzierà che il papà è “Rabbia” e la mamma “Gioia”, niente paura: il film insegna che in questo mondo - a giuste dosi e a tempo debito - le emozioni sono tutte indispensabili.













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