Mandateci le vostre foto, diari, lettere

L’iniziativa del “Trentino” per entrare in questo grande e tragico racconto di storia popolare


di Paolo Piffer


Quando, nel 1914, scoppiò la Prima guerra mondiale, tra i 55 e i 60mila trentini, sudditi dell’Impero Asburgico, vennero mano a mano chiamati alle armi. E in gran parte mandati a combattere i Russi in Galizia, sul fronte orientale. Oltre 11mila 400 morirono e circa 12mila vennero fatti prigionieri. Intorno ai 700, gli irredenti, passarono il confine per vestire la divisa italiana. Tra questi, Cesare Battisti, Damiano Chiesa e Fabio Filzi. Nel 1915, con l’entrata in guerra del Regno d’Italia, il Trentino divenne linea del fronte, dallo Stelvio alla Marmolada. Più di 70mila civili furono sfollati, se non deportati, nelle province dell’Impero, dall’Austria superiore alla Moravia e alla Boemia. Nello stesso tempo, con l’avanzata dell’esercito italiano, altri 35mila vennero rastrellati e condotti nel Regno. Se, prima dell’inizio delle ostilità, in Trentino vivevano 392mila persone, a fronte italo-austriaco aperto il territorio provinciale si trovò spopolato del 40% dei suoi abitanti. Un evento epocale, al pari del destino di altre popolazioni di confine interessate dalla guerra. Nel primo anno del Centenario, le cui iniziative a ricordo andranno avanti fino al 2018 come stabilito a livello europeo, questo giornale intende accompagnarlo proponendo ai propri lettori una pagina a settimana, il sabato, di approfondimenti, storie, racconti, curiosità, appuntamenti.

Già nei giorni scorsi abbiamo presentato lo speciale on-line del Gruppo editoriale L’Espresso, di cui il “Trentino” fa parte, in collaborazione con l’Archivio diaristico di Pieve Santo Stefano. Uno speciale, in continuo aggiornamento, che si può consultare sul sito del giornale all’indirizzo www.giornaletrentino.it Lì, nelle stanze dell’archivio fondato trent’anni fa dal giornalista e scrittore Saverio Tutino, sono conservati quasi ottomila tra diari, memorie ed epistolari. Sono straordinari spaccati di vita privata e pubblica, microstorie con le quali ripercorrere la vita del nostro Paese. In quella montagna di taccuini, pagine di quaderno, lettere e fotografie, ci sono alcune centinaia di “fondi” che parlano della Grande Guerra. Sono soprattutto racconti di soldati, che hanno combattuto anche sul fronte italo-austriaco, ma pure testimonianze di crocerossine o donne sfollate con la famiglia. Il “Trentino”, di suo, propone inoltre la possibilità di partecipare a questo racconto di storia popolare. Chiunque avesse foto, memorie, diari, lettere, appunti che risalissero al periodo bellico, ma anche poco prima o del dopoguerra, può spedirceli all’indirizzo mail guerra@giornaletrentino.it

Specificando le proprio generalità e, si ritenesse, un recapito telefonico per eventuali successivi contatti. Il materiale potrebbe in tal modo essere la fonte di storie da raccontare sul giornale. Non solo. Con la collaborazione scientifica dei più importanti istituti di ricerca storica del territorio, quanto ci arriverà via mail potrà essere valorizzato ed assumere un valore, oltreché privato qual è già ora, pubblico. Un contributo, il nostro, sulla scia e in omaggio, in termini strettamente giornalistici, ad una ricca stagione di studi regionali e provinciali sul tema della Grande Guerra che ha avuto, ed ha, come punto di riferimento, le storie dei singoli, la diaristica dei combattenti, i racconti di chi è rimasto e di chi è dovuto sfollare. Ma pure un apporto di idee alla memorialistica che diverse comunità locali stanno proponendo con l’occasione del Centenario. Anche questa, pur in termini diversi, è una modalità di espressione di un senso di comunità a ricordo di un periodo doloroso per il nostro territorio, al pari di tanti altri straziati da guerre passate e presenti.













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