l'evento

Itinerari Jazz, è un’edizione scintillante

Grandi nomi nel nuovo cartellone. Su tutti il duo Stefano Bollani & Hamilton De Holanda il 18 novembre


di Giuseppe Segala


TRENTO. Il nuovo cartellone 2014-2015 degli Itinerari Jazz a Trento e Rovereto, presentato dal consulente artistico della rassegna Enzo Costa, dal direttore del Centro servizi Culturali S. Chiara, Francesco Nardelli, e dalla direttrice del Conservatorio, Simonetta Bungaro, offre come di consueto una serie di concerti al massimo livello, attingendo ai maggiori musicisti della scena contemporanea. Ma ci permettiamo di dire che questa edizione è una vera chicca.

Basta spiare un attimo nelle classifiche del più blasonato referendum internazionale legato al settore, il Down Beat Poll da poco pubblicato dalla più autorevole rivista statunitense, per incontrare ai vertici delle classifiche una vasta scelta dei nomi presentati a Trento e Rovereto dalla rassegna conosciuta con il nome storico di Itinerari Jazz. La compositrice Maria Schneider, che dirigerà a Trento un laboratorio dal quale scaturirà il 12 maggio 2015 un concerto in collaborazione con i conservatori di Trento e Vicenza e con il festival New Conversations di Vicenza, è presente in quella classifica come miglior compositrice e arrangiatrice dell’anno.

Il trombettista nero-americano Ambrose Akinmusire, che sarà in scena il 18 marzo a Rovereto nel quartetto del sassofonista Mark Turner, è al primo posto tra i solisti del proprio strumento e al secondo tra i migliori album pubblicati, mentre il grande Jack DeJohnette, in concerto sempre a Rovereto con un supergruppo di Chicago il 17 aprile, si aggiudica per l’ennesima volta la palma di migliore batterista sulla scena di oggi. E Terence Blanchard, che con il proprio E-Collective aprirà la rassegna il prossimo 4 novembre a Trento, fa incetta di piazzamenti, collocandosi al terzo posto tra i trombettisti, all’ottavo tra i compositori e al decimo con il suo recente album, “Magnetic”.

Certo, la qualità di una rassegna non si misura solo con questo criterio, ma la cosa certa è che quest’anno si concentrano nel cartellone i nomi migliori del jazz oggi in circolazione.

Nel quintetto “Made in Chicago”, presentato da DeJohnette, incontriamo per esempio alcuni pezzi da novanta come il pianista Muhal Richard Abrams e i sassofonisti Henry Threadgill e Roscoe Mitchell: tra i personaggi che maggiormente negli ultimi dieci lustri hanno aperto nuovi orizzonti al jazz, hanno dettato autorevoli prospettive per il futuro di questa musica. Non mancano i musicisti italiani di primissimo piano, come il pianista Franco D’Andrea, che il 16 dicembre presenterà a Rovereto il suo sestetto, interprete di un approccio musicale tra i più originali e coerenti della musica improvvisata di oggi. O come Stefano Bollani, istrione che passa con naturalezza dal jazz alla musica classica, dall’improvvisazione all’intrattenimento di classe e che sarà a Trento il 18 novembre dove potremo apprezzarlo in duo con il virtuoso brasiliano del mandolino Hamilton De Holanda, che lo scorso anno ha pubblicato un notevole album per l’etichetta Ecm, dal titolo “O Que Será”.

Tra le cose da sottolineare con grande piacere c’è la riapertura, anche per le note del jazz, del Teatro Zandonai di Rovereto, dove si svolgeranno tutti i concerti previsti nella città della quercia. Ma c’è anche la prosecuzione del lavoro con il Conservatorio Bonporti, che lo scorso anno ha portato a una produzione originale davvero notevole, con musiche di Charles Mingus. Anche quest’anno si prospetta una produzione di alto livello sotto la direzione di Maria Schneider, con la Bonporti Jazz Band e Fabrizio Bosso come ospite speciale. Un programma davvero da non perdere nella propria interezza: gli abbonamenti ai sei concerti, a prezzi allettanti che vanno da 33 a 45 euro, saranno acquistabili dal 27 settembre.













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