Variante Marcialonga: la nostra proposta fa discutere i bisonti

Su facebook in tanti la bocciano, terrorizzati dall’ipotesi di un ulteriore allungamento. Ma spunta anche l’idea Lago


di Maurizio Di Giangiacomo


TRENTO. Fa discutere la “variante” al tracciato tradizionale proposta dal quotidiano Trentino per rendere più interessante la Marcialonga dei big, ormai diventata un “affare di famiglia” tra i fratelli Aukland e in ogni caso esclusivo appannaggio degli specialisti scandinavi della doppia spinta. Il feedback, immediato e sostanzioso, ci è stato garantito – come sempre succede, in questi casi – dalla rete, anche grazie ai diversi media che hanno rilanciato la nostra proposta, specie SciFondo, diretto dall’amico Carlo Brena, che sottoposto la nostra idea agli amici di facebook della rivista, scatenando una valanga di commenti.

Quasi tutti negativi, bisogna ammetterlo, perché postati da “bisonti” terrorizzati dalla prospettiva di un ulteriore allungamento del tracciato: già per quest’ultima edizione, infatti, il chilometraggio è passato dai tradizionali 70 km a 71,5-72 km, con l’aggiunta dell’attraversamento degli abitati di Canazei e Predazzo, sicuramente gradita dal pubblico e dalle amministrazioni comunali, non altrettanto dai marcialonghisti, che nei due centri abitati avrebbero trovato una pessima neve.

A loro, però, chiariamo subito che la nostra proposta di variante riguarderebbe esclusivamente il primo (o primissimo) gruppo di atleti – come successo peraltro in occasione dell’edizione del 2003 di Coppa del Mondo – che partirebbe con ulteriore anticipo rispetto alla massa dei “bisonti” allo scopo di affrontare non già l’intera final climb del Cermis, bensì il primissimo tratto di questa, rientrando quindi sul tracciato originale senza percorrere chissà quali discese, al solo scopo di aumentare il dislivello e costringere anche i “mostri” scandinavi a sciolinare.

A questo riguardo, da alcuni interventi arriva una proposta forse meno accattivante (la final climb ha sempre il suo fascino, per quanto perverso...) ma sicuramente più pratica: le salite da inserire per rendere più dura la vita ai big potrebbero essere quelle delle piste di Lago di Tesero, severe al punto giusto.

La speranza è che la nostra proposta possa essere effettivamente presa in considerazione dal direttivo Marcialonga, come promesso da Alfredo Weiss. Del resto, lo stesso presidente non ha nascosto la sua preoccupazione per l’interesse che in futuro potrà suscitare da parte di sponsor e media italiani una gara ormai scandinava in tutto e per tutto.

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