Basket Serie A

Trainotti chiude già il mercato dell’Aquila: «Avanti con questi»

«Marble è negli States, Jovanovic in Serbia, ma tornano. La squadra cresce, Pascolo presto tra i migliori d’Italia»


di Maurizio Di Giangiacomo


Devyn Marble è negli Stati Uniti. Nikola Jovanovic in Serbia. Ma torneranno a Trento, assicura Salvatore Trainotti, che chiude prima di aprirlo il “mercato” della Dolomiti Energia. Non glielo abbiamo chiesto espressamente, ma il general manager della Dolomiti Energia deve aver fatto l’esame di coscienza che avevamo chiesto a lui, a coach Buscaglia e ai loro collaboratori dopo la sconfitta di Trieste. Corroborato anche dai successi ottenuti a San Pietroburgo e alla Blm Group Arena ai danni del Banco di Sardegna, dopo settimane di voci di mercato che hanno riguardato in particolare la guardia-ala americana e il centro serbo, il dirigente bianconero ha deciso di dare fiducia alla squadra così com’è. Ce lo ha confermato dagli Stati Uniti, dove è per una mini-tournée di lavoro.

Trainotti, avete deciso di dare fiducia a Marble e Jovanovic?

A Marble, Jovanovic e a tutti gli altri. In questo momento la squadra sta crescendo, stiamo trovando un’identità: non siamo al massimo, ma abbiamo preso una strada, è giusto seguire quella.

Capitolo Jovanovic: nel finale della partita contro Sassari, con Hogue fuori per falli, siete apparsi ancora fragili sotto canestro.

Sì e no, nel senso che alla fine della partita eravamo stanchi ed effettivamente siamo stati meno precisi a difendere di squadra. Giochiamo ogni tre giorni, eravamo reduci da una partita pesante come quella di San Pietroburgo, anzi, direi che abbiamo anche avuto nervi saldi: la nostra squadra non ha vinto tanto ma, con un avversario che rimontava, è stata capace di reggere l’urto e portare a casa la partita. Se vogliamo fare raffronti tra Jovanovic e Hogue, bisogna tenere conto che Dustin è un giocatore che fa la differenza.

Capitolo Marble: meglio contro il Banco di Sardegna, ma non pare ancora in grado di ricoprire il ruolo che fu di Shields, il giocatore al quale dare la palla per avere i punti.

Io non faccio il tifoso, cioè quello che dice “il giocatore non va bene e allora ne prendo un altro”. E non faccio raffronti con Shields o altri giocatori. La squadra da un mese ha intrapreso un percorso di crescita. Sapevamo che lui e Pascolo avrebbero fatto fatica. I risultati della squadra hanno fatto sembrare più deboli le scelte, ma il giocatore è in una fase di crescita e bisogna dargli fiducia.

Quindi, è negli States ma tornerà, come Jovanovic?

Hanno tutti avuto dei giorni di riposo e ognuno li ha spesi come voleva. Spero di non violare la loro privacy rivelando che Gomes è andato in Portogallo e Craft a fare un giro in Danimarca.

Chi vi darà i punti che oggettivamente ancora mancano a questa squadra? Anche Flaccadori (peraltro infortunato) e Forray sono apparsi in calo.

Noi dobbiamo crescere a livello di solidità di squadra. La parte tecnica arriva con il lavoro, non c’è il giocatore che deve darci più punti. Se Pascolo e Hogue crescono, ad esempio, Jovanovic avrà uno spazio diverso. Tutti ci daranno qualcosa in più. Toto ha accusato un calo fisico dopo una prima parte della stagione nella quale ha sparato tutto, dopo la sosta rivedremo il migliore Forray. Flaccadori ha pagato la scarsa brillantezza della squadra, ma contro Brescia e a San Pietroburgo è stato decisivo con due rimbalzi offensivi, sta maturando nelle piccole cose. Al di là dell’infortunio, anche per la tipologia di squadra che abbiamo fatto quest’anno sono sicuro che il suo contributo offensivo crescerà. Abbiamo ancora tanto da fare, ma adesso abbiamo delle idee, dobbiamo andare dietro a quelle.

La “scommessa” di Pascolo, invece, sembra definitivamente vinta.

Sapevamo che avrebbe potuto faticare fino a fine novembre, i risultati della squadra non ci hanno dato modo di aspettarlo con calma. Quando sarà recuperato al 100% sarà uno dei migliori giocatori italiani. A lui manca ancora la condizione fisica e, in più, non aveva mai giocato con Hogue e Gomes. È un ragazzo molto serio, il suo ritorno a Trento è una scelta ponderata, ha anche un po’ forzato i tempi perché soffre questa situazione, a questa maglia ci tiene. Il fatto che la squadra si sta risollevando lo aiuterà.

Questa “chiusura” al mercato è da mettere il relazione alla situazione di Cantù?

Assolutamente no, quando si lavora sulla squadra non si guarda a quello che fanno gli altri. E l’operazione Craft ne è la dimostrazione. Se la squadra non migliora, s’interviene.

Perché, pensa che nessun altro tirerà i remi in barca?

Non so quello che fanno gli altri. A me sembra che il campionato italiano si equilibrato ed apertissimo.

Il settimo e l’ottavo posto al termine della regular season, però, più che la qualificazione ai playoff costituirebbero una sentenza.

Non lo so, non ci penso. Io penso a fare una buona stagione. Siamo a Trento, io mi ricordo sempre chi siamo. Rispetto quelli che sognano, ma chi lavora a Trento sa che si parte sapendo che si andrà a soffrire.

La scena di Aaron Craft con la lavagna in mano durante il time out è una cosa normale?

Non è normale, se succedesse sempre bisognerebbe cambiare tutti mestiere, ma è successo anche a Steve Kerr con Green e Iguodala, nell’Nba. Vuol dire che c’è un rapporto solidissimo e di grande complicità tra Buscaglia e Craft.

Twitter: @mauridigiangiac

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