Basket Serie A

Trainotti “assolve” l’Aquila: «Manca solo maggiore cattiveria»

Il g.m. difende la squadra e l’allenatore Buscaglia e chiede il supporto dell’ambiente: «Escludo il ricorso al mercato»


di Maurizio Di Giangiacomo


TRENTO. Squadra che vince non si cambia. E nemmeno squadra che perde ma lotta fino al 45’, come ha fatto la Dolomiti Energia a Pistoia. Parola del general manager Salvatore Trainotti, che difende la “sua” Aquila e l’allenatore Maurizio Buscaglia, attribuendo il momento negativo (3/5 il record con 4 sconfitte consecutive) alle difficoltà legate alla ricostruzione dopo la partenza di Davide Pascolo e ad un limite di “consistenza”, cattiveria della squadra. Chiedendo a gran voce, a più riprese, il supporto dell’ambiente.

«Siamo partiti bene, anche a livello di gioco, anche in considerazione del fatto che avevamo perso un giocatore come Pascolo, che era al centro del sistema – spiega Trainotti – Abbiamo dovuto ridefinire gli equilibri e anche modificare quel sistema. Nelle ultime partite, eccezion fatta per quella di Caserta, dove abbiamo giocato proprio male, è mancata consistenza, cattiveria, la capacità di fare canestro e difendere nei momenti che contano, qualità che invece ha dato la vittoria a Pistoia. Ma la squadra sta migliorando».

Quindi esclude il ricorso al mercato?

«La squadra è buona e questo giudizio è condiviso dall’allenatore. Faccio un esempio: Flaccadori, sul quale l’estate scorsa abbiamo puntato forte, sta crescendo molto in termini di personalità, altri meno. Attendiamo che anche questi giocatori emergano».

Nemmeno l’allenatore è in discussione?

«Non c’è nessun problema di fiducia nei confronti dell’allenatore che anzi sta lavorando tantissimo, plasmando una nuova squadra, dopo aver lavorato per 5 anni sulla stessa traccia. Lui e tutta la squadra hanno bisogno del supporto e del credito dell’ambiente».

Giocare sempre in nove non è un problema?

«È una domanda che deve porre all’allenatore, che però ha il diritto di fare le sue scelte. Ma non credo che il maggiore o minore utilizzo di Lechthaler sia un dettaglio così importante, sono più importanti gli equilibri di squadra, l’autostima nei momenti decisivi».

Avete riflettuto sulla condizione fisica della squadra?

«Sì, ma onestamente stiamo bene. Anche Baldi Rossi, che è partito un po’ più indietro degli altri. Vedo una squadra che pensa molto e non gioca in maniera naturale, istintiva, fluida. Anche questo dipende molto dall’ambiente».

È normale che Washington, Petteway e domenica chissà chi altri azzecchino proprio contro di voi la partita della vita?

«No, c’è qualcosa da sistemare. Petteway però ha fatto un paio di canestri pazzeschi».

E il vostro tiro da 3? Lo allenate poco o costruite pochi tiri aperti?

«I nostri giocatori che hanno il tiro da tre, come Gomes, stanno faticando per un problema di fiducia, di scarsa naturalezza. La nostra non è una squadra costruita sul tiro da fuori, ma una percentuale migliore non mi dispiacerebbe».

Facciamo un gioco: se arrivasse uno sponsor intenzionato ad investire 100 mila euro nell’ingaggio di un nuovo giocatore, dove lo collocherebbe?

«Questo gioco non posso farlo. Se uno sponsor mi desse 100 mila euro, li metterei da parte e più avanti valuterei la situazione e l’eventualità di correttivi. In questo momento darei fiducia alla squadra e all’allenatore».

Fino a quando è intenzionato a farlo? Tra i vostri obiettivi irrinunciabili rimane anche la qualificazione alla final eight di Coppa Italia?

«La qualificazione alla final eight di Coppa Italia non è così importante, a me preme molto di più vedere una squadra più consisente, che lotta su ogni campo. L’anno scorso, ad esempio, la situazione si è complicata dopo la qualificazione ai quarti di finale di Coppa Italia. Più che raggiungere l’ottavo posto per la differenza canestri – conclude Trainotti – m’interessa il valore della squadra».

Twitter: @mauridigiangiac

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